Regia di John Hillcoat vedi scheda film
John Hillcoat non è un cineasta pessimo. Gli piace il western. È amico di Nick Cave, che firma musiche e sceneggiatura di Lawless, ed è riuscito a trarre un film decente da un libro impossibile come La strada di Cormac McCarthy. Eppure, nonostante cotante credenziali, e citiamo pure La proposta, notevole western australiano, questa saga di moonshiner (distillatori di whisky di contrabbando) ambientata durante la Grande Depressione non funziona per niente. Intanto non basta evocare il ricordo di sommi cineasti come Corman, Aldrich o classici come Il contrabbandiere per garantire la riuscita dell’operazione. E anche se il prode Tom Hardy si chiama come uno dei personaggi più neri di Ellroy (Bondurant), il pur volenteroso interprete non riesce ad andare oltre una caratterizzazione tutta di superficie. Il problema di un film come Lawless è che dietro tutto il citazionismo vintage si cela una pura operazione di marketing. Una combinazione molto “cool” di elementi ancor più “cool” per evocare un mondo crudo e ruvido che persino un film come Inferno in Florida di Corey Allen riusciva a raccontare con maggiore efficacia. Lawless è il classico film che prende in ostaggio il pubblico ricattandolo con una serie di elementi che, se analizzati singolarmente, non possono non suscitare interesse ma che, amalgamati insieme ad altri, risultano indigesti. Senza contare la performance di Guy Pearce, imbarazzante oltre ogni dire.
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