Regia di John Hillcoat vedi scheda film
sull'onda dell'ottimismo della visione di ieri, do a questo film cinque stellette. secondo me se le merita tutte. tra storia e leggenda, in un periodo lontano dove è possibile e facile che la leggenda porti l'eco di imprese tanto belle quanto improbabili in un mondo non particolarmente gentile dove la legge aveva un significato tutto suo e i meno abbienti erano paria della società di nessun conto. i tre fratelli bondurant sono i sopravvissuti alla influenza spagnola che ha sterminato i genitori e un fratello. in un villaggio montano nella contea di franklin in virginia durante la grande depressione e sotto i ferri del proibizionismo, tutti gli abitanti distillano whisky da vendere poi nelle città. nella contea però viene mandato un vice sceriffo dalla città che odia tutti gli zotici montanari con cui deve avere a che fare. tutti soccombono alla parcella per poter continuare a distillare tranne i bondurant. hillcoat con l'aiuto del buon nick cave, riesce a creare un ottimo blockbuster curato nei minimi dettagli, (quindi tirato a lucido grazie ai costumi, un'ottima fotografia e una selezione musicale perfetta), che faccia buona mostra di sè nei cartelloni degli abbaccinanti multiplex pur mantenendo quella purezza di sguardo che aveva carezzato "la proposta" e purtroppo solo sfiorato in alcuni momenti azzeccati il minore "la strada". se il set in cui muoversi è credibile e degno di cartoline dell'epoca, gli interpreti che lo popolano portano con loro visi che s'incastrano alla perfezione in un mosaico dove a volte certi corpi faticano ad incastonarsi. la schiena da guerriero di hardy, la bellezza pre-raffaelita della chastain, l'incantevole avvenente perfezione di certi scatti della wasikowska degni di un numero speciale di vogue, sono un elemento favolosamente fiction in più. ho amato questo film perchè mi ha tenuto incollato alla poltrona del cinema senza farmi mai accusare un sentimento che ne disturbasse lo svolgimento se non verso il catartico finale dove avviene ciò che ognuno che conserva un cuore buono spera che accada. c'era solo il senso di meraviglia che quella pellicola stava trasmettendomi. la terrificante tempesta di polvere, gli incantevoli paesaggi montani come quello sui titoli di testa che sembra quasi una trapunta americana, la volgare crudeltà di rakes fatta di torture e abbiette perversioni e l'oscura violenza ferina dei maggiori bondurant ritratta a porta socchiusa come in un rito pagano dedicato a qualche dio della foresta. e se la rivalsa del bondurant più giovane riesce nell'impresa di arricchire nel breve termine facendo affari con un noto gangster ammirato in uno scontro a fuoco proprio nella strada principale del villaggio ad inizio film, sul lungo termine svela il non voluto disprezzo per gli affari di famiglia sapientemente gestiti dai due fratelli maggiori fino ad ora. fino a quando il governo ha detto basta e ha imposto un carnefice per ristabilire "l'ordine". ho amato l'interpretazione sopra le righe che gli autori hanno indicato per rakes. è talmente definito e disegnato che sembra il villain di qualche fumetto. la sua laidezza esteriore rispecchia esattamente l'oscenità delle sue intenzioni e la turpitudine dei suoi sentimenti. spicca e deve spiccare come risalta la bellezza esangue della chastain memore del suo passato cittadino o come risalterà la caparbietà della wasikowska nel dare significato al suo futuro. è un film che parla del passato ma potrebbe benissimo parlare di qualsiasi periodo del nostro passare su questa terra tormentata dalle azioni sconsiderate degli uomini e sconvolta da elementi naturali incontrollabili. se l'uomo osa colorare di leggenda le azioni di forest bondurant, sfuggito alla spagnola e indistruggibile a rasoi e pallottole, perchè non lasciarglielo fare soprattutto nelle lunghe giornate noiose di un villaggio sopravvissuto alle angherie di un mostro incarnato e invocato da crisi e "arrangismo" tipico dell'uomo. mi ha molto favorevolmente impressionato l'interpretazione di shia, che aveva bisogno di dar conferma di un talento ancora inespresso.
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