Regia di John Hillcoat vedi scheda film
Dopo la difficile prova di adattare per lo schermo The Road, il romanzo Premio Pulitzer di Cormac McCarthy, contraddistinto dallo stile piatto e gelido dello scrittore americano, John Hillcoat ci riprova con un testo meno noto (ma anche meno apprezzato); si tratta di The Wettest County in The World, scritto da Matt Bondurant, nipote di Jack Bondurant che con i suoi fratelli, Forrest e Howard, durante la grande depressione ma soprattutto nell’era del proibizionismo innescarono una sanguinosa faida contro l’agente speciale Charlie Rakes, che voleva imporre un dazio sui loro sporchi guadagni.
Il film è chiaramente un gangster movie su un periodo storico che l’America ultimamente sta battendo parecchio, ovvero il proibizionismo; se i prodotti dell’era recente garantivano uno stile ormai consolidato e ben ampiamente apprezzato (vedi The Untouchable di Brian De Palma), attualmente si è cercato di ricreare uno stile molto più dettagliato ma comunque attento a una certa epicità che garantisse l’apprezzamento da parte di pubblico e critica (è il caso della pluripremiata serie Boardwalk Empire).
Con Lawless, Hillcoat costruisce il suo gangster movie calandolo in un atmosfera da paesino di periferia e perciò riempiendolo di un sapore western che non potrà passare inosservato; siamo lontani dalle grandi metropoli come New York e Chicago. A Franklin tutto è rimasto ancorato ad un passato che fa fatica ad essere dimenticato, tant’è che i suoi abitanti credono veramente nella leggenda dei fratelli Bondurant, la quale narra della loro indistruttibilità di fronte a qualsiasi ostacolo. Purtroppo però, dopo un inizio promettente, il film si dirige sui binari già prestabiliti non offrendo nulla di nuovo al suo pubblico che ha già un buon background di gangster movie, e le uniche scene veramente significative e piene di uno stile da ricercare attentamente le fornisce il personaggio interpretato da Gary Oldman; peccato che le suddette scene in cui è presente siano solo una manciata, tanto da non giustificarne quasi la presenza nella pellicola, che pure gode dell’ottimo sostegno dei suoi protagonisti: dallo straordinario Tom Hardy al “pazzo” Jason Clarke, da Jessica Chastain alla mite Mia Wasikowska; Guy Pearce però batte tutti nell’interpretazione dell’antagonista della vicenda, un ambiguo agente del tesoro, pieno di manie e deliranti stravaganze che l’attore australiano si è certamente divertito a ricreare. Menzione a parte per Shia LaBeouf, sempre monocorde e semi inespressivo.
Insomma, un ricco cast di interpreti per una storia che dura giusto l’arco della pellicola e che non perdura dopo la visione. Il problema non è forse nella scrittura, quanto nel materiale narrativo di partenza, evidentemente troppo banale per cavarne fuori un film memorabile. VOTO : 5,5/10
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