Regia di David Bowers vedi scheda film
Arrivato al terzo capitolo cinematografico, la “saga” che prende vita dalle pagine illustrate di Jeff Kinney, da l’impressione di poter proseguire all’infinito col pilota automatico, il che, almeno da un certo punto di vista, non è proprio una sensazione inebriante.
Il divertimento base, per chi ha seguito con piacere i primi due film, è comunque garantito, ma un po’ tutto sembra funzionare meno agilmente.
Finita la scuola, arriva l’estate e Greg (Zachary Gordon) vorrebbe impiegarla portando a termine più videogiochi possibili, ma suo padre (Steve Zahn) non è d’accordo con lui.
Vorrebbe anzi portarlo a lavoro con se, ma prontamente Greg s’inventa un’occupazione presso il Country club che frequenta assieme al suo amico di sempre Rowley (Robert Capron).
Il rapporto padre-figlio andrà comunque affrontato, e risolto, nel corso dei mesi più caldi.
Se nel primo film primeggiava il rapporto di amicizia tra Greg e Rowley, nel secondo quello tra fratelli, in questo terzo episodio tocca a quello tra padre e figlio che finisce nel bel mezzo di ogni azione o quasi (Greg comunque punta in ogni modo la sua compagna di classe).
Non c’è nessuna velleità di creare un manuale in materia, il tutto è un semplice pretesto per dar vita ad un serie d’azioni tragicomiche, con gran leggerezza ed anche un discreto senso della battuta.
Di conseguenza, il divertimento espresso dalla serie è ancora una volta garantito anche se, come poi è accaduto nel secondo film, non vi è una quadratura soddisfacente e soprattutto il finale non è certo degno di un lungometraggio a se stante.
Rimangono sempre simpatici i giovani protagonisti; la coppia Zachary Gordon-Robert Capron ormai procede in assoluta scioltezza (e chissà, magari tra qualche anno li vedremo insieme in altri contesti), peccato solo che gli anni passano ed ormai non possono più rientrare in quei panni, elemento che probabilmente è il primo ostacolo alla nascita di nuovi episodi (di sicuro non lo è il gradimento del pubblico visto che gli incassi complessivi sono sempre stati in crescita, frutto del passaparola e dell’home video).
Un film meno filante dei precedenti, ma per chi li ha apprezzati c’è ancora qualcosina da pescare.
Sufficiente.
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