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The Innkeepers

Regia di Ti West vedi scheda film

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La recensione su The Innkeepers

di maghella
8 stelle

 

Lo Yankee Pedlar Inn è un antico albergo, aperto da oltre 100 anni, che sta per chiudere per sempre, al suo posto molto probabilmente verrà fatto un parcheggio.

A tenere l'esercizio aperto nell'ultimo fine settimana rimangono solo due dipendenti Luke e Claire, colleghi e amici, che si dividono i lavori nelle camere e i turni alla reception.

 

Pochissimi clienti per gli ultimi giorni di apertura: una donna con un bambino scappata da casa dopo l'ennesima litigata con il marito. Una vecchia gloria della televisione diventata una medium e infine un anziano signore che vuole dormire nella camera che fu quella della sua prima notte di nozze.

 

Poco lavoro quindi per i due amici che così intendono concentrarsi sulla loro vera passione: i fantasmi. Lucke ha creato un vero e proprio sito sulle presenze spiritiche che si sono materializzate negli anni nell'albergo. Luke stesso asserisce di aver visto il fantasma di Madeline O'Malley, suicida la notte di nozze per essere stata abbandonata dal suo sposo, intrappolata da decenni come spirito in pena tra i muri dell'albergo.

 

Claire approfitta della lunga notte solitaria per mettersi in contatto con Madeline... e ci riesce.

Sara Paxton, Pat Healy

The Innkeepers (2011): Sara Paxton, Pat Healy

Cosa rende questo film un film riuscito? Intanto i personaggi e i dialoghi.

Un buon film horror non necessita di molti personaggi nella storia, solitamente si contano sulle dita di una mano. The Innkeepers non fa eccezione, oltre i due protagonisti si avvicendano piano piano gli altri pochi personaggi, ognuno con un ruolo e un profilo ben curato. Claire e Luke non sono esperti di paranormale, ma solo appassionati del genere. Soli, non hanno altri amici o una vita sociale al di fuori dell'albergo, una volta chiuso non riusciamo ad immaginarli fuori da lì.

Questo è il secondo aspetto riuscito del film: creare una simbiosi tra ambiente e personaggi.

 

Nei film e racconti horror l'ambiente è fondamentale per la storia: Castello=Dracula, Albergo=Jack Torrance, Casa abbandonata=Leatherface questi gli esempi modello.

Anche Claire e Luke sono legati all'albergo a doppio filo, non escono quasi mai da lì e quando lo fanno sono pesci fuor d'acqua. Una scena molto divertente è quella in cui Claire va in un locale per mangiare qualcosa: non sa cosa prendere, la cameriera le attacca un bottone assurdo sulla sua vita privata, Claire quasi scappa impaurita per il fatto di non sapersi giostrare con i più semplici rapporti umani. In questa piccola scena c'è il sunto della ottima costruzione del film, basato sui dialoghi e le atmosfere piuttosto che sugli effetti speciali di effetto.

 

Effetti speciali che comunque non mancano, soprattutto sul finale, ma sono basati sulla empatia creatasi con i personaggi piuttosto che sull'abbondare di squartamenti o sangue.

 

Per buona metà del film si aspetta che qualcosa accada e in effetti sta già accadendo, sin dai titoli di testa, con le immagini del vissuto dell'albergo mostrato attraverso vecchie foto d'epoca fino ai giorni della sua chiusura. Tutte le scene di “passaggio”, i clienti, la medium i dialoghi un po' bislacchi hanno un loro ruolo preciso di preparazione.

 

Altro elemento fondamentale di un buon film horror è infatti la preparazione alla paura, all'effetto Horror. Ogni incipit di un racconto horror ma anche di una buona e vecchia fiaba per bambini popolata da streghe e orchi, è Il Viaggio. Dopo la presentazione accurata dei personaggi, i protagonisti (o eroi) devono affrontare un viaggio o comunque un percorso per arrivare nel luogo della paura, dove accadranno le cose che aspettiamo di conoscere e dalle quali continuamente si scappa.

 

Nel caso di Claire e Luke il viaggio è nel tempo, ovvero nella conoscenza dei fatti che hanno segnato la vita dell'albergo, e ovviamente non può non venire in mente Shining e l'Overlook Hotel.

 

Altro elemento che può infatti rendere un film horror di oggi gustoso (soprattutto per gli appassionati) è la citazione ai classici horror cinematografici. In questo caso si nota la mano dell'autore maturo e sicuro che riesce a Omaggiare e non scimmiottare (la linea è purtroppo sottile tra le due cose).

 

Ultimo e importantissimo ingrediente per l'horror riuscito è naturalmente il finale.

Ci vuole il tocco di originalità, che può essere nella storia, piuttosto che in una ripresa, o con un effetto speciale. Nel caso di questo film, l'empatia creata con Claire era talmente tanta che la sua paura, i suoi spaventi erano diventati facilmente i miei. Anche le scene quindi prevedibili erano diventate a tratti insostenibili per tensione e pathos, inoltre il regista sceglie saggiamente di non mostrare ciò che si può immaginare e quindi rendere ancora più spaventoso.

 

The Innkeepers omaggia moltissimo Shining, una delle scene più paurose e di effetto è infatti ambientata in una stanza da bagno, con tanto di vasca da bagno e...

ma voglio fare come Ti West, ve la lascio immaginare... o meglio, vi consiglio di guardarla.

The Innkeepers (2011): Trailer originale

 

 

 

 

 

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