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L'orribile segreto del Dr. Hichcock

Regia di Robert Hampton (Riccardo Freda) vedi scheda film

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La recensione su L'orribile segreto del Dr. Hichcock

di degoffro
8 stelle

Suggestivo horror gotico italiano, pieno di atmosfera e di fascino, omaggio riuscito ed affettuoso ai classici della Hammer, ricco di citazioni raffinate ed intelligenti. Il maestro del brivido Alfred Hichcock non viene richiamato solo dal nome del protagonista, (un dottore celeberrimo nella Londra di fine ottocento con il particolare vizio della necrofilia), ma anche nel soggetto che si rifà chiaramente a "Rebecca la prima moglie" (Cinthia, la nuova moglie del dottor Hichcock, una volta portata da lui nella sua vecchia residenza, vive ossessionata dal fantasma della prima moglie Marghareta, e certo la governante, Marta, non rende più tranquilla la situazione); il finale con la casa maledetta che brucia ricorda a sua volta il finale di "Rebecca", e poi anche qui c'è un bicchiere di latte avvelenato, chiaro rimando a "Il sospetto". Una sequenza poi, quella in cui Cinthia corre di notte disperata per il bosco che conduce alla casa, perseguitata da una voce di donna che la minaccia di morte, mi ha ricordato fortemente la scena in cui Biancaneve, appena salvata dal cacciatore, scappa via impaurita, alla ricerca di una via di salvezza. Tutte citazioni che arricchiscono un film già di per sé personalissimo ed estremamente efficace, capace di catturare l'attenzione dello spettatore, grazie ad un'abilissima regia, abile nell'evitare effettacci inutili e gratuiti, costruendo tutto il film sulla casa (una villa del Parioli, in realtà) e sugli incubi e persecuzioni che terrorizzano la povera Cinthia (la sempre splendida e vibrante Barbara Steele, eroina perfetta per questo genere di film). I trucchi sono i soliti (passi nella notte, stanze segrete, voci misteriose, rumori sospetti, gatti neri, governanti inquietanti, porte che non si aprono, maniglie che qualcuno dall'esterno muove, urla di terrore, corse disperate, labirinti bui e oscuri, fantasmi con lenzuola bianche) ma gestiti da Freda con una padronanza e uno stile da far invidia ai più navigati ed esperti registi di genere. La sequenza più terrorizzante: Cinthia chiusa in una bara dal marito, non riesce più a respirare, grida con tutta la sua voce, si agita e alla fine riesce ad aprire la bara, liberandosi, senza sapere, però che in realtà cade dalla padella alla brace: scopre che Margaretha, prima moglie del dottore in realtà è viva, mentre lei credeva fosse la sorella mentalmente disturbata della governante. Margaretha, estremamente gelosa della sua bellezza è intenzionata ad ucciderla con la complicità del marito e attraverso il suo sangue riacquistare la sua perduta giovinezza. Solo un principe azzurro (ancora la fiaba virata al nero) potrà salvarla da un destino segnato liberandola dai malvagi. Oggi potrebbe far sorridere gli amanti dell'horror moderno: in realtà è un cult vertiginoso e di gran classe.
Voto: 7+

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