Regia di Hun Jang vedi scheda film
Secret reunion è un film sud-coreano del 2010 diretto da Jang Hoon, pupillo di Kim Ki-duk (J. Hoon ha collaborato, in veste di assistente alla regia, con appunto Kim Ki Duk; quest'ultimo è rimasto molto sorpreso dalle qualità di Hoon al punto di scrivergli e produrgli il suo esordio alla regia: Rough Cut del 2008).
Il film è stato presentato sia alla 12° edizione del Far East film festival di Udine (2010) sia al Florence Korean film Festival di Firenze del 2011 (due festival fondamentali nel panorama europeo per il cinema asiatico).
Sinossi: Lee Han-gyoo (Song Kang-ho) è un noto agente dei servizi segreti sud-coreani, il suo compito principale è cattuare le spie del Nord in particolar modo una delle più temibile: Shadow.
A causa del fallimento di un'operzione viene scaricato dall'agenzia tuttavia l'incontro casuale con il giovane Song ji-woon (spia nord-coreana) lo rimetterà in "carreggiata"...
Secret Reunion si presenta come una spy-story intrigante ed avvincente con un incipit da cardiopalma, dove si esalta la regia di Jang Hoon, in grado di gestire alla perfezione efferati omicidi, sparatorie ed inseguimenti automobilistici.
Subito dopo l'eletrizzante inizio, il film di Hoon cambia radicalmente pelle trasfrormandosi in un buddy-movie dove commedia e melodramma si amalgamano molto bene (la mescolanza di genere è sicuramente una cifra stilistica del regista che la proporrà nuovamente, con risultati ancora migliori, nella sua ultima faticca: lo stupefacente A Taxi Driver).
Nella parte centrale quindi il ritmo cala notevolmente ma il regista è bravo ad inserire un sotto-testo molto importnte e quanto mai attuale, ossia il difficile rapporto tra nord e sud-coreani e a tal proposito la battuta "chiamami fratello" di Lee Han-gyoo al rivale/amico del nord è davvero emblematica.
Jang Hoon quindi è riuscito a mettere in scena un ritratto umano di un ragazzo del nord, fedele al proprio paese ma di mentalità assolutamente aperta che non ha problemi a famializzare con il "nemico" capitalista; sul finale invece si poteva fare qualcosina di più ma probabilmente l'Happy End serviva alla scopo del regista per lanciare un messggio di speranza.
Pertanto il film si riallaccia ad un filone cinematografico coreano molto interessante e prende come modello, almeno sulla carta, capolavori del calibro di JSA di Park Chan-wook (in quel caso Song Kang-ho era un soldato del nord) oppupe Shiri di Kang Je-gau.
Arrivati a questo punto è impossibile non evidenziare l'ennesima performance sontuosa di Song Kang-ho, la sua abilità nell'utilizzare il linguaggio espressivo del corpo è maestosa.
In concluione Secret Reunion è sicuramente un'opera riuscita
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