Regia di Renato Savino vedi scheda film
Dopo aver scritto una manciata di sceneggiature per spaghetti western di serie C, Renato Savino riesce a passare dietro la macchina da presa nel 1972, proprio con questo Grazie signore p.... Nonostante il titolo informe, l'opera vorrebbe avere un certo marchio di autorialità che tradisce chiaramente le ambizioni del regista (il che di per sè non è affatto cosa negativa), ambizioni che purtroppo rimangono per lo più irrisolte per motivi facilmente prevedibili: Savino (che si firma Mauro Stefani, curiosamente) non è nè Bergman, nè Pasolini (e neppure Joe D'Amato, ahilui), nonostante cerchi di imbastire un lavoro a base di erotismo raffinato e più psicologico, più mentale che concreto e messo in pratica. Oltrettutto il cast, che trova in Ida Galli, Antonia Santilli e nel giovane Hiram Keller i suoi nomi principali, non è eccelso e la produzione non dispone di grandi mezzi; da sottolineare però il tema 'sessantottino' firmato dagli Osanna, all'interno della colonna sonora di Giancarlo Chiaramello. Bizzarra l'accoppiata di nomi, sui titoli di testa, per la sceneggiatura: Renato Savino e Mauro Stefani. 3/10.
L'adolescente Marco non ha mai conosciuto suo padre, che lasciò vedova sua madre molti anni or sono. In vacanza a Lampedusa con la donna, ancora giovane e piacente, il ragazzo avrà modo di vincere le proprie resistenze con il sesso femminile.
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