Regia di Euros Lyn vedi scheda film
Secondo episodio della serie televisiva britannica Sherlock, liberamente tratta dalle opere di Sir Arthur Conan Doyle, che presenta e aggiorna il famoso "consulente detective" nelle vesti moderne della nostra contemporaneità.
Esaurito l'effetto novità, soppiantato da un entusiasmo alle stelle, la scintilla scoccata con il primo (Uno studio in rosa) si è purtroppo lievemente affievolita, magari solo per una forse eccessiva aspettativa. La trama, infatti, è ugualmente intrigate, pur tuttavia risultando meno vivace e coinvolgente nello svolgimento. Molti dei siparietti, delle migliori battute e squisite interazioni fra i diversi attori che avevano ottimamente caratterizzato la puntata precedente hanno qui ceduto il passo ad una routine indistinta che fatica a qualificare questo prodotto rispetto a tanti altri del medesimo genere giallo, sebbene di pregio. Non so, la forza iniziale mi è parsa qui un po' spenta. Ottimo il protagonista, come sempre, ma tutti gli altri non sono affatto alla sua altezza, contrariamente a quanto accaduto con il debutto della serie. Stavolta Watson ricade nello stereotipo dell'inutile discepolo che a fatica regge il passo del mentore Holmes. E l'assenza di due riusciti personaggi della prima puntata si percepisce eccome.
Nonostante questi "difetti", sui quali ho preferito soffermarmi, rimane comunque un buon film, consigliato e godibile.
La prima stagione consta in tutto di tre episodi: a questo segue, infatti, Il grande gioco, che sarebbe anche l'ultimo. Ovviamente in attesa dell'arrivo in Italia a settembre 2012 della seconda (ancora tre episodi) e che in Inghilterra inizino a girare la terza nei primi mesi del 2013.
Nei canoni. Valida senza dubbio, ma nulla di particolarmente sconvolgente. "Buona la prima", a mio avviso.
Prettamente inglese. Buone musiche di accompagnamento.
Sarò troppo esigente a voler pretendere l'elegante distinzione del primo episodio? Buono anche così, per carità, ma il confronto non regge, secondo me.
Ancora un sorprendente Sherlock Holmes, in questo secondo episodio nessuno risulta essere alla sua altezza.
Bravo ma limitato da una scrittura del dottor John H. Watson non superlativa o almeno pari alla prima volta.
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