Regia di Peter Ramsey, William Joyce vedi scheda film
Se nei primi tempi la casa di produzione fondata da Steven Spielberg sembrava puntare soprattutto sul facile umorismo, spesso parodistico e su tecniche digitali molto avanzate, tralasciando un po' l'attenzione alla trama e condendo i suoi film di personaggi bizzarri e momenti riempitivi, si nota adesso una maggiore cura per la sceneggiatura e l'aspetto più emozionale dei suoi lavori. Certo, non è una costante, ma qui la fusione tra i due aspetti funziona molto bene. a discapito però di momenti più leggeri e ironici, abbastanza limitati.
Non è solo una favola di Natale, inevitabilmente intessuta di buoni sentimenti, l'elemento spettacolare e l'irriverenza di certe rappresentazioni permane (vedi Babbo Natale dalla doppia anima che lotta con due sciabole, o l'energumeno e spaccone Coniglio di Pasqua) arricchendo personaggi dotati di storia e carattere. Non è neppure disprezzabile il lato poetico e romantico.
Il vero protagonista è Jack Frost, antieroe col fisico e le problematiche di un adolescente che si cruccia di non essere notato dagli altri e non intuisce ancora chiaramente le sue potenzialità e i suoi desideri, cadendo così nella trappola del male, impersonato dall'Uomo Nero, Pitch. La situazione chiaramente si ribalterà e il ribelle Jack troverà il suo centro.
A dispetto di miti e leggende più diffusi nell'immaginario anglosassone (Sandman, Jack Frost, il coniglietto pasquale), della vaga somiglianza con l'impianto narratico del recente The Avengers (perfino l'antagonista rassomiglia nei tratti al cattivo Loki), e della non sempre perfetta resa di tutte le sequenze movimentate (alcune appaiono confuse già in 2d...), il cartone si rivela un dignitosissimo prodotto di intrattenimento che può piacere a bambini e adulti che non hanno creduto nella magia.
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