Regia di Sam Mendes vedi scheda film
Tragedia shakespeariana traslata in un'epoca in cui vige il dominio delle ombre.
Nella gloria delle celebrazioni per il cinquantennale della saga di spionaggio più amata del cinema, il nastro della storia dell'agente segreto inventato da Ian Fleming all'inizio degli anni Cinquanta è riavvolto con geniale grandiosità. Il pool formato dal regista Sam Mendes e dai tre sceneggiatori Neal Purvis, Robert Wade e John Logan debella le incrostazioni action di Quantum of Solace e assembla la migliore pellicola su 007 dai tempi di Missione Goldfinger. Lo spirito moderno ed audace di Casino Royale incontra la classicità tradizionale dell'alba della serie, percorsa però nel profondo da un acme di struggente psicologia (cui Mendes è avvezzo: vedansi American Beauty e Revolutionary Road): ciò che ne risulta è una tragedia shakespeariana traslata in un'epoca in cui vige il dominio delle ombre. Tornano Q (ora un giovane genio informatico, cui Ben Whishaw dà credibilità), l'Aston Martin DB5, l'assistente Moneypenny e la cara e vecchia ironia delle decadi d'oro, che non intralcia il pathos infiammato di più scene, quella finale su tutte quante. La pulita precisione narrativa garantisce un'attenzione che non va ma scemando e una suspense alle stelle. Lodi a Judi Dench, al grande Daniel Craig e ad uno strabiliante Javier Bardem (il biondo pazzoide Raoul Silva).
Un autentico splendore i titoli di testa di Daniel Kleinman con il brano di Adele vincitore dell'Oscar. Silva nel film ascolta compiaciuto Boum di Charles Trenet. Musiche di Thomas Newman.
♥ Film ECCELLENTE (9) — Bollino GIALLO
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