Regia di Sam Mendes vedi scheda film
Daniel Craig è uno dei volti più seri ed inespressivi di quelli che hanno dato il volto all'eroe di Ian Fleming, ma in questo film c'è molto più del personaggio Bond di molti altri capolavori dell'intera saga, eguagliato solo da "Al servizio segreto di Sua Maestà". Lì addirittura si sposava, e se ne pentiva presto; così qui scopriamo la sua infanzia, le sue debolezze, senza che questo tolga niente al mito della sua virilità e della sua forza fisica e psicologica (tant'è vero che il film inizia con la sua resurrezione). Eppure non riesce a superare test di forza fisica, all'inizio, non si rivela psicologicamente idoneo, le tentazioni dell'alcool si fanno opprimenti, le donne ci sono ma scarseggiano, Q è diventato un giovane nerd hacker esperto di computer, la sua vita è completamente in subbuglio, per non parlare di una certa ambiguità nell'ambito dell'orientamento sessuale. Niente da dire poi sulla debolezza estrema dell'MI6, giostrata da mani irresponsabili e addirittura fatta esplodere con tutto il suo edificio nel pieno centro di Londra. E che poi a dargli filo da torcere sia un omosessuale, un grandioso Javier Bardem, almeno tra i tre più bei antagonisti dell'intera saga con Christopher Walken e tutti i vari attori di Blofeld, è veramente il colmo. Non resta che tornare a Skyfall, all'origine, per estirpare il male all'origine, per mettere in discussione tutto sé stesso più che mai, portando con sé la vera Bond-girl del film, la M di Judi Dench. Potrebbe essere il finale apocalittico dell'intera saga, ma è già pronta sulla tavolo di Ralph Fiennes la missione che vedrà Bond contro il Dr. No...
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