Regia di Sam Mendes vedi scheda film
Che l’hobby di Bond fosse la resurrezione, ce n’eravamo già accorti da diverso tempo. Peculiarità peraltro non comune a chi gli sta attorno e non mi riferisco ai soli antagonisti, anzi. Soprattutto in questo nuovo episodio-anniversario, ribattezzato “Skyfall” per l’occasione con tanto di singolone premio Oscar, in cui ha luogo una sorta di ulteriore restyling della serie con tutta una serie di colpi di scena che non mancheranno di stupire anche gli spettatori meno affezionati. In pratica ne succedono di ogni, a partire già da una sequenza iniziale mozzafiato in cui l’agente 007 viene appunto abbattuto in missione in quel di Istanbul. Pochi attimi per ricaricare le batterie a furia di sesso occasionale ed alcol ed è nuovamente il momento di risorgere e rientrare alla base, giusto in tempo per soccorrere M (ed ovviamente il mondo intero), finita intanto nelle mire di un folle ex agente operativo in cerca di vendetta. Cina, isole deserte nel mezzo del Pacifico ed infine un ritorno alle origini scozzesi in una caccia all’uomo dai ruoli interscambiabili. Un action con gli attributi, di quelli che t’incollano alla seggiola fra un inseguimento ed un colpo di teatro (sensazionale, ad esempio, l’entrata in scena di Javier Bardem con piano sequenza da campo lungo a primo piano), fra una scazzottata e l’introduzione di un nuovo personaggio chiave (Ralph Fiennes, Ben Wishaw, Naomie Harris ma anche Albert Finney). Cinema mainstream ben congegnato, ancora in grado di valorizzare soggetto e caratterizzazioni creando bei momenti di pathos e lavorando molto d’(auto)ironia, senza lasciarsi fagocitare da un ritmo che rimane ugualmente incalzante. Non ai livelli del folgorante “Casino Royale” ma decisamente superiore per narrazione ed impatto al capitolo monco di “Quantum of solace”. Mendes si evolve con la saga, Craig si riconferma il miglior Bond dopo Connery.
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