Regia di Sam Mendes vedi scheda film
Era logico attendersi di più, dopo averne letto gli elogi tessuti in ogni dove. Ora sono dell'avviso che sia stato in larga misura sopravvalutato, con un successo di critica e di pubblico immeritato. Certo è forte del confronto con l'impietoso scempio commesso dal precedente episodio della serie, davvero da dimenticare, ossia il futile Quantum of Solace (2008). Ma era piuttosto semplice uscire vincitori da una simile sfida. Meno banale, invece, parrebbe essere quella con Casino Royale (2006). Bisogna ammetterlo: non c'è partita. Il modello rimane inarrivabile, fallendo nel replicarne la qualità.
Poiché l'azione è trattenuta, avrebbe necessitato di una sceneggiatura robusta. Peccato non sia così. L'intreccio si dimostra meno interessante del previsto, con qualche soluzione scontata o improbabile. E nessuno dei nuovi personaggi è capace di conquistare in maniera efficace. Le Bond girl rasentano l'oggettistica di scenografia e il cattivo di turno è a dir poco... imbarazzante. Si rimpiangono Eva Green, Mads Mikkelsen e Giancarlo Giannini!
Salvano la baracca i consolidati Daniel Craig (sebbene il suo volto si fossilizzi sempre su una sola espressione di numero) e Judi Dench (qui è la migliore, senza dubbio), l'efficiente colonna sonora, la fattura tecnica generale e i graditi ritorni oppure le squisite citazioni a certi capisaldi della saga, quali Q, Miss Moneypenny e l'Aston Martin...
La fedeltà di Bond a M è messa a dura prova quando il passato di lei torna per perseguitarla. Dopo l'attacco all'MI6, l'Agente 007 deve rintracciare e distruggere la minaccia, poco importa quanto personale possa essere il prezzo da pagare.
Se al professionale Thomas Newman si aggiunge il tema Skyfall di Adele, la musica non può che essere appagante.
Mi sarei aspettato una storia più allettante.
James Bond. Assolve al suo compito al minimo sindacale.
Raoul Silva. Troppo sopra le righe.
Gareth Mallory. Il personaggio non è alla sua altezza.
Eve Moneypenny. Senza infamia e senza lode.
Sévérine. Ridotta all'inutile stereotipo della donna soprammobile.
Q. Ruolo secondario, abbastanza anonimo.
Kincade, il vecchio guardiacaccia di Skyfall. Poco più di un cameo.
M. Trae vantaggio dal maggior spazio concesso e non sfigura affatto. Anzi.
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