Regia di Sam Mendes vedi scheda film
Vista la sua data d’uscita (ottobre 2012), l’ultimo film sull’agente segreto britannico più famoso di sempre sembrerebbe aver fatto un passo in avanti…e invece torna indietro, in cerca delle sue radici. Il MI6 è, infatti, minacciato, dall’interno, da un pericolo insidiosissimo e troppo presto dimenticato (l’ex-agente R.Silva, straordinariamente interpretato da J.Bardem, a sua volta doppiato magistralmente da R.Pedicini, che questa volta lascia R.Fiennes a G.Varcasia) e quindi, dovendo cambiare la sede del suo quartier generale, ritorna nelle remote viscere di Londra che lo aveva originariamente ospitato. Bond, dal canto suo, risolti velocemente i suoi dubbi esistenziali, torna nella terra dei suoi avi per un ultimo pirotecnico saluto.
Il 3° 007 targato D.Craig, infatti, è un uomo (solo apparentemente) più complesso del solito: dato per morto dopo una spettacolare skyfall, passa momenti di travaglio interiore, in cerca di un’identità perduta…in cerca della (parole sue) resurrezione. Ma questa, per l'appunto, è l’apparenza. La verità è che questa sua pretesa (e il più possibile sbandierata) volontà di cambiamento è uno specchietto per le allodole (fayValentine). Non c’è oscurità nei suoi tormenti, non c’è dramma nella sua caduta, né gloria nella sua (ovvia, ndr) resurrezione (canaja). La verità è che questo 23° 007 - al di là di un primo momentaneo sbandamento (certamente autentico se si pensa che Bond arriva a tradire le sue rigidi abitudini alcoliche a favore di una più dozzinale birretta teutonica) - non ha mai perso la voglia di menar le mani contro il cattivo di turno (la sua recuperata freddezza balistica ne è la prova). Così la sua ennesima resurrezione dalle acque ha più il sapore di una maledizione che di un miracolo.
Forse il cinquantenario meritava di più.
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