Regia di Robert Z. Leonard vedi scheda film
Godibile riduzione del romanzo della Austen, con dialoghi arguti e frizzanti e attori che sanno il fatto loro, diretto da un capace artigiano di Hollywood. Tono giocoso e ironico, per un film che critica senza acredine o cattiveria (ma senza mancare il bersaglio) taluni costumi dell'alta società inglese dell'epoca. Le mamme sono curiose, pettegole e impiccione; soprattutto, nella ricerca dei mariti per le figlie (come se non dovesse esser affar loro trovarseli), guardano esclusivamente alla posizione sociale e al censo. Non disdegnano neppure gli intrallazzi dietro le quinte, naturalmente. Altro valore supremo e assoluto è il buon nome in società, che peraltro si basa su futili regole e una moralità che non ha nulla di sensato e di cristiano (come quando una sorella è scaricata dal fidanzato, tutte le altre ne sarebbero disonorate...). I mariti delle matrone devono dal canto loro far fornte alle mogli pettegole con flemma, distacco e ironia. Jane Austen era grande anche perché, seppur donna, sapeva riconoscere e mettere alla berlina certi costumi femminili che fanno più male che bene, come l'orgoglio e il pregiudizio, con le annesse piccole vendette, della protagonista. Di contro, naturalmente, rideva anche di una certa saccenteria e di un certo snobismo maschili, e anche di certi ufficiali figli di papà che dilapidavano sul tavolo verde il patrimonio familiare. Simpatico il personaggio della mega aristocratica protettrice, finta dura e finta cattiva. Se incappate nella versione colorizzata della solita Turner, togliete il colore e guardatevelo nell'originale bianco e nero.
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