Regia di Xavier Gens vedi scheda film
Antefatto: un campionario di neanche tanto variegata umanità si rifugia nel seminterrato del suo palazzo una volta che è esplosa una bomba atomica. E qui viene fuori la bestialità del peggiore animale di tutti: l'uomo (bradipo68).
Quando il tracollo della civiltà occidentale, come la conosciamo noi oggi, reca con sé la distruzione di tutte le più semplici convenzioni sociali e quando le più atroci asperità della vita pongono l’uomo dinanzi a scelte esistenziali tanto ignobili e orrende quanto indefettibili, chi può sapere cosa non scatti dentro la testa di ciascuno di noi? Chi può sapere chi si trasformerà in vittima e chi in carnefice (alternativa questa, resa obbligata dal fatto che la scialuppa di salvataggio è una sola…)?
Con questo film, davvero crudo e impressionante, Xavier Gens fa un macabro “gioco”: si limita a creare ad arte le peggiori condizioni possibili per compiere delle scelte assurde cui alcuno dei protagonisti (e, fuor di metafora, nemmeno noi spettatori) non si potrà sottrarre; dopodichè, aspetta. Aspetta semplicemente che gli eventi facciano il loro corso. Che la natura umana, nella sua accezione peggiore, prenda il sopravvento e travolga ogni residuo di decenza, compassione e umanità.
Non so quanto fegato sia stato necessario per dipingere un quadro così impietoso e deprimente dell’umanità (allorquando venga sottoposta ad una pressione insostenibile che ne minacci la stessa esistenza). Attoniti a causa della visione di un tale scempio, di fegato ce ne vuole, di sicuro, per resistere sino alla fine del film, senza essere preda di conati emetici o cose simili.
Ma la sofferenza, spesso e volentieri, è un dazio inevitabile da pagare per poter tentare di attingere, anche solo per un attimo, alla fonte (invero nient’affatto inesauribile, ci insegna il finale) della speranza.
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