Regia di Xavier Gens vedi scheda film
Xavier Gens deve essere un tipetto che prende dannatamente sul serio la politica. Dopo la fattoria nazista di Frontier(s) con questo nuovo The Divide , film girato a costo praticamente zero con poco più di una decina di attori rinchiusi in una specie di sarcofago di cemento, ci illustra con come ragionerebbe l'animale uomo messo alle strette dalla necessità di sopravvivenza in uno scenario postapocalittico.
In una logica di convivenza forzata stile Big Brother ma senza controlli esterni un campionario di neanche tanto variegata umanità si rifugia nel seminterrato del loro palazzo una volta che è esplosa una bomba atomica.
E qui viene fuori la bestialità del peggiore animale di tutti: l'uomo.
C'è chi domina, chi viene dominato senza problemi e c'è anche chi vuole guadagnare posizioni dentro la scala gerarchica del gruppo. Anche con la violenza.
Il potere è rappresentato da una cassaforte che contiene provviste per lungo tempo e la lotta si scatenerà proprio per il suo dominio in un crescendo che vedrà il capo originale di fatto estromesso dal comando e la formazione di due gruppetti di cui uno, con cibo e acqua a disposizione, scandirà i ritmi vitali dell'altro elimosinandogli il necessario per vivere.
Arrivando alla tortura fisica e a ogni forma di prevaricazione pur di ottenere il proprio scopo.
Qualcosa di simile si era già vista in Blindness di Fernando Mereilles tratto da un libro di Josè Saramago, ma qui il discorso è ancora più estremizzato.
Sigillati dentro dopo un'estemporanea sortita in cui scoprono l'esistenza di un laboratorio biologico dagli scopi ignoti, la follia percorre tutti i superstiti nel bunker che naturalmente da idioti cominciano a uccidersi l'uno con l'altro.
Invece di organizzarsi per tempi migliori col deteriorarsi delle condizioni ambientali, deflagrano anche psiche e coscienze arrivando alla demenza pura. Solo per uno di loro c'è una possibilità di salvezza.
Salvezza?
Devo dire che The Divide intriga molto con la sua descrizione realistica del grado di follia che può percorrere la mente (dis) umana. Però forse Gens stavolta manca parzialmente l'obiettivo, perchè pur affascinando sempre con il suo stile registico sinuoso si comincia a subodorare il sospetto di narcisismo.
Gens si specchia nelle sue belle sequenze e nei suoi forbiti movimenti di macchina.
Inoltre arrivare alla soglia delle due ore con l' unità di luogo e di tempo è un rischio per un film che dovrebbe essere sicuramente di facile lettura e di ancor più agevole visione.
L'escalation di violenza fisica e psicologica è come diluita e forse per questo meno efficace mentre colpiscono le metamorfosi (anche fisiche) a cui sono sottoposti alcuni attori che deteriorano e dimagriscono visibilmente.
Ci sono anche alcuni enigmi che rimangono tali alla fine del film: chi sono i soldati che vengono a rapire la bambina dal seminterrato per metterla in delle capsule all'interno del loro laboratorio ( unica sequenza a parte il finale in cui si esce dal bunker)? E perchè li studiano? Perchè rifiutano ogni contatto con coloro che sono rinchiusi e anzi li sigillano con la fiamma ossidrica?
Se per l'horror non spiegare troppo può essere positivo per un film sci-fi come questo forse sarebbe stato necessario qualche dettaglio in più.
Tra le ottime prove attoriali si segnalano quelle dei redivivi Michael Biehn che qui fa il duro( sono passati secoli ormai dai tempi in cui faceva la mammoletta contro il terminator Schwarzy) e Rosanna Arquette che incarna alla perfezione la figura di una specie di Baby Jane aldrichiana del nuovo secolo , immersa nella catatonia dopo la perdita della figlia e bambola di carne per gli impulsi sessuali dei maschi alfa del branco.
The divide segna il ritorno alla regia di uno dei migliori talenti del nuovo horror francese ma anche Gens come altri suoi colleghi invece di cullarsi sugli allori ha deciso di rimettersi in gioco in un genere totalmente diverso.
Purtroppo il film, che troverà allo stesso modo schiere di appassionati difensori e di intransigenti detrattori non gli dà completamente ragione.
(bradipofilms.blogspot.com)
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