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Room 237

Regia di Rodney Ascher vedi scheda film

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La recensione su Room 237

di kubritch
2 stelle

Il documentario parte col piede sbagliato, liquidando Barry Lindon come l'opera di un artista annoiato. Ciò mette una seria ipoteca su tutto ciò che da lì in avanti dirà su Shining. Commenti del tipo "sì, bei constumi, bella scenografia, ma noioso..." magari solo perchè fa' della lentezza la sua cifra stilistica, sono abbastanza indicativi di una sensibilità artistica. Si capisce che l'autore non è affatto interessato all'arte cinemaografica ma solo al messaggio morale sublimato nella forma... necessariamente perchè se fosse stato palese, Kubrick avrebbe passato i guai suoi in USA. I nordamericani tendono a scindere etica ed estetica; la prima è più importante della seconda. E' vero, che dietro l'apparente semplicità (in ciò il genio) di Shining si cela una serie corposa di significati. Ho sentito Spielberg dire che, durante la produzione, Kubrick gli mostrò con un certo orgoglio il modellino del set usato per studiare i movimenti di macchina. Niente è lasciato al caso e tutto ha una precisa ragione. Insomma, il documentario è affascinante e stimolante, ma non tutto va preso per oro colato. Prendete ciò di cui potete avere un riscontro certo dalla visione del film e tutto il resto scartatelo. Gli americani hanno una deformazione pragmatista nell'interpretazione delle cose oltre ad avere dei tabù incarnati. Hanno qualche problema a sindacare il mondo dello spirito, ad invadere il campo religioso.  Sembra che il documentario vada fino in fondo ma, in realtà, non scende troppo sotto la superficie. L'approccio pragmatico della critica dirotta la lettura su fatti ipotetici di natura prettamente sociologica o storiografica. cosa intendo dire? E' vero che c'è un significato nascosto nel film  - è intuibile da tutti - ma il documentario lo interpreta su un piano realistico. E allora, ce lo spiega come la rivelazione di un segreto di stato: la ricostruzione falsa dell'allunaggio ad opera di Kubrick. Questo per non ammettere un limite di elaborazione. Forse Kubrick voleva dire qualcosa di ben più profondo attinente alle dinamice della psiche, all'evoluzione della psiche: il sesso, il doppio, il principio femminino. Forse ci vuole solo illustrare il funzionamento della natura umana e la presenza del male in ognuno di noi. Dunque il documentario è, sì, suggestivo ma mi ha lasciato una sensazione di  grossolanità, di approssimativo. A parte che sembra girato negli ani 70. Che pesantezza le voci che si avvicendano. Dice poche cose sparse ma mai esaurienti. Funziona bene come spunto di riflessione, come stimolo ad esplorare meglio l'universo di Kubrick.

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