Regia di Andrea Bianchi vedi scheda film
Una seduta spiritica, una notte, nella villa di una famiglia altolocata libera uno spirito che, indispettito, si rifugia nel corpo dell'adolescente Bimba, ignara di quanto i parenti hanno scatenato. Da quel momento la ragazzina si trasforma in un'assatanata ninfomane.
Il fascino quasi-androgino di Katell Laennec (vero nome: Cornely Pascale Sylvie), francesina alla sua prima e unica apparizione sullo schermo, è il principale elemento di attrazione di questa pellicola; sfortunatamente però ne è anche l'unico. Andrea Bianchi, registello di terza categoria (ma anche più basse), mette in scena una storia scritta dal disastroso Piero Regnoli e che consta in sostanza di una sequela di scene di sesso sparse e neppure più di tanto consequenziali logicamente fra loro; alla base di Malabimba ci sono semplicemente: la villa di una ricca famiglia; qualche parente con i soliti problemini interrelazionali (ma in più un'insana dose di libidine per ciascuno/a di essi); una ragazzina spiritata, personaggio che rifà vagamente il verso a L'esorcista (William Friedkin, 1973); sesso. Tanto, a volontà, fra i vari parenti e soprattutto con protagonista la Laennec; fra le sequenze di maggior risalto si sottolineano una masturbazione ragazzina-suora e la morte dello zio paralitico a suon di fellatio. In certi momenti, come si può intuire, il campo in cui sguazza l'opera è il trash puro; per la maggior parte della sua durata però il film è davvero piatto e insulso. Fra gli altri interpreti nessun nome degno di nota: Mariangela Giordano (la suora di cui sopra), Enzo Fisichella, Giuseppe Marrocu, la pettoruta Patrizia Webley (che, fra le altre cose, aveva già lavorato con Tinto Brass in Salon Kitty, 1976). Il lavoro è uscito nelle due consuete versioni: quella per il mercato hard, intera, e quella per il circuito tradizionale con le scene esplicite (penetrazioni, non più di un paio, e la suddetta fellatio) tagliate. 1,5/10.
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