Regia di Marcel Camus vedi scheda film
"Orfeo negro" non è altro che la rivisitazione in salsa samba del mito di Orfeo ed Euridice.
Camus adatta infatti l'omonimo romanzo di Vinicius De Moraes e - da modesto artigiano qual'è - decide di accalappiarsi il pubblico con rimarcabile furbizia: location esotiche da cartolina,danze concitate che sono un tripudio di colori e suoni,scenografie dai toni pastello che ricordano il periodo tahitiano di Gauguin,canzoni da antologia.
Ed è proprio quest'ultimo aspetto a rivestire uno dei pochi (veri) motivi di interesse di questa sopravvalutata pellicola.
Eccetto le splendide musiche di Vinicius de Moraes,Luis Bonfa e Antonio Carlos Jobim mi chiedo infatti quali possano essere le qualità intrinseche dell'opera: la trama è lineare e noiosa,non si riesce ad affezionarsi ai personaggi e i momenti più emozionanti non sono altro che gli scatenati balli del carnevale brasiliano.
Certo,traspare un'insolita vitalità e il film può essere visto come un trattato sociologico del passionale popolo sudamericano,ma ormai suona tutto datato e di maniera.
Assolutamente immeritati la Palma d'oro a Cannes e L'Oscar. Non dimentichiamoci che quello fu l'anno d'oro del cinema francese (I 400 colpi,Hiroshima mon amour) e nella gara per la statuetta "Orfeo negro" si trovò a battere veri capolavori come "La grande guerra" di Monicelli.
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