Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Sette episodi per raccontare una giornata e un po' di figure emblematiche dell'italietta contemporanea: politici corrotti, evasori fiscali, ricchi puttanieri, cornuti contenti (purché la squadra del cuore vinca), odiosissimi manager, nobili sfaccendati... tutti personaggi orribili ma, va da sé, italiani e quindi SIMPATICISSIMI (più o meno come una piaga da decubito). Il meccanismo è quello classico del cinema vanziniano (ridere dei nostri difetti, finendo paradossalmente per convalidarli), ma la satira dei fratelli romani ha smesso da tempo di essere minimamente pungente e le (poche) idee residue ormai si avvolgono in una ripetitiva spirale di noia. Qualcosa di diverso tenta di offrire Diego Abatantuono, in inedita trasferta pugliese, con il suo episodio (che si è scritto da solo) ma il suo tentativo di bonaria ironia su un padre privo del rispetto della famiglia funziona solo a sprazzi. Cast ricco ma del tutto allo sbaraglio: Banfi, De Sica, Salemme, Mattioli e il già citato Abatantuono se la cavano grazie all'indiscutibile mestiere, del tutto inadeguati Conticini, Francini e Mannino (brava cabarettista ma attrice davvero improponibile). Regia da fiction televisiva: ormai i Vanzina proprio non vanno oltre il minimo sindacale. Alla fine "Buona giornata" sorprende soprattutto per la scelta, in incredibile controtendenza rispetto alla storia della commedia all'italiana, di non cooptare nel cast la bonazza di turno: tentativo lodevole di uscire dai soliti cliché ma non sufficiente a guadagnare alla pellicola almeno una seconda stelletta di un'aurea mediocritas. Voto pessimo.
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