Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
Ciò che colpisce sempre di Anderson è l'annientamento dei sentimenti. Le sue opere, ammalianti, si fondano sullo scontro tra forze primordiali, personalità e psicologie alterate, ossessioni, turbe o elementi istintivi. The Master amplifica questa concezione cinematografica, mi verrebbe da dire questa scelta stilistica, fondata sul precario equilibrio tra suddito e sovrano, tra servo e padrone. Sul desolato sfondo postbellico di una società spaesata e disposta a credere a nuove filosofie e religioni, a nuove guide spirituali e correnti di pensiero innovative, tra sperimentazioni scientifiche e teorie esoteriche, il balletto tra i magnifici Phoenix e Seymour Hoffman è un incontro scontro di anime perdute, forse irreparabilmente. Tutt'attorno si muovono figurine marchiate di solitudine, in cerca di vuoti da colmare. L'ombra di Scientology si muove come una nube carica di pioggia sporca. Visione che non lascia indifferenti, pesante, cinica, disillusa.
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