Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film
Due anime lacerate e maledette: il viscerale, animalesco, psicotico, ubriacone Phoenix e il viscido, ambiguo, magnetico, ciarlatano Seymour Hoffman. Dal loro drammatico(?) e titanico incontro/scontro, non emerge però il film, che seppur girato con indubbia maestria da Anderson, ripetitvo si attorciglia sulle proprie ossessioni senza arrivare a nulla o quasi. (Ma una sparuta "setta" di appassionati, lo esalterà probabilmente a film dell'anno). Pur rimanendo quasi sempre sullo sfondo, apparentemente solo ad osservare, Amy Adams è l'assoluta "Master/Padrona" del film. I due co-protagonisti drammaturgicamente sono di scarso interesse nella mancata evoluzione dei loro personaggi. Lei invece ne ha eccome. è una presenza oscura, quasi satanica, che non ha mai momenti di debolezza: non perde mai la lucidità, il controllo del Suo e solo Suo "burattino". Lo tiene in mano, saldamente. Senza mai ammorbidirsi. Sino alla fine. E allora, per il nostro reduce disturbato, è meglio andare via, molto ma molto lontano e continuare a vivere ramingo. La cura in fondo (simil Ludovico, isn'it ?) è finita. Può ritornare a fare ciò che ama di più. E quando "scivola fuori", basta dirle di rimetterlo subito dentro. Voto: 6
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