Regia di Stéphane Rybojad vedi scheda film
Film di guerra al confine tra Afghanistan e Pakistan ai giorni nostri. Una giornalista francese è stata rapita dai famigerati Talebani. Le “forze speciali” del titolo hanno l’incarico di liberarla. A prima vista, può apparire come una trama raccontata decine di volte e gli ingredienti del genere bellico ci sono tutti: azione adrenalitica, scontri a fuoco disperati, raffiche di mitra, esplosioni, sangue a fiotti e morti a iosa. Sembra un film americano, invece è francese e impartisce una ulteriore lezione di cinema alla scuola d’oltreoceano degli ultimi due decenni. Mi è tornato in mente il velenoso servizio reso a suo tempo da Sergio Leone al western made in USA. I Francesi hanno combinato qualche cosa del genere con il “polar” contrapposto al “gangster movie” e, dopo la visione di questo film, la mia preferenza si estende al genere bellico, pur trattandosi dell’opera di un esordiente, Stéphane Rybojad, del quale non ho mai sentito parlare. Le premesse per una nuova rilettura del genere ci sono tutte. Lo spettatore viene calato nell’inferno di una delle tante guerre in corso tra Occidente e Resto del Mondo ma, a dispetto delle apparenze, non ci sono né buoni né cattivi. Liberare un ostaggio è doveroso e costa moltissime vite umane da entrambe le parti. I Talebani vengono uccisi a decine, anche “i nostri” subiscono gravi perdite, ma i primi sono solo numero, mentre dei personaggi occidentali conosciamo vita, morte e miracoli. Al regista interessa soltanto fare grande cinema, un cinema spettacolare ed emozionante, pieno di avventura e suspense. Ci riesce in pieno. Vedute aeree del desertico confine tra Afghanistan e Pakistan, formazioni di elicotteri, aerei e paracadutisti lasciano a bocca aperta. La tensione non cala mai. La scansione dei giorni nella peregrinazione finale dei classici eroi della vicenda tra deserti, montagne e nevi, offre quasi un secondo film al prezzo di uno. Una grande epopea con attori convincenti, primo fra tutti Benoît Magimel, uno degli attori più versatili del cinema francese odierno, perfetto nei « polar » degli ultimi anni, che si candida in un nuovo filone.
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