Regia di Karel Kachyna vedi scheda film
Che angoscia questo film. La consapevolezza o il sospetto di essere spiati in casa ingenera di per sé un senso di sottile disagio, che però cresce fino a diventare una paranoia e a minare il nostro sistema nervoso (vedasi anche "La conversazione" di Coppola). Eppure il mettere microfoni nelle abitazioni private - oltre che nei luoghi pubblici - era prassi comune nei regimi dell'ex Europa comunista. Per la sicurezza dello stato e per il bene del popolo, naturalmente. Nessuno poteva essere certo di non essere spiato, nemmeno i pezzi grossi del partito; o meglio, quasi tutti erano spiati. E' il caso dei protagonisti di questo insolito film, claustrofobico e angoscioso. Lui, membro di spicco del partito, non solo è tormentato dal dubbio di essere spiato, ma anche dalla tremenda ambiguità dei colleghi verso di lui. Sono tutti sinceri amiconi e compagni di bevute, o nascondono qualcosa? E' forse caduto in disgrazia senza saperlo? Oppure ha incautamente espresso commenti compromettenti su ex membri che sono stati epurati? Per il resto l'ortodossia comunista non ha alcun peso in questi avvenimenti. Dice infatti alla moglie: se piaci al partito puoi fare qualunque cosa, se vogliono farti fuori un pretesto si trova sempre.
Nella prima parte del film il senso di disagio è aumentato anche dal fatto che i due si aggirano a tentoni nell'appartamento dal quale è stata tolta misteriosamente la luce e staccato il telefono. Brancolando nel buio scoprono inequivocabili sengni di manomissioni e documenti manomessi. E poi misteriosi figuri si aggirano per il giardino, e uno strano furgoncino e posteggiato davanti casa... Anche il finale ci lascia tremendi dubbi.
L'analisi del rapporto di coppia è anch'esso occasione per mettere in luce la cattiva coscienza di chi fa carriera nelle alte sfere: clientelismi, condiscendenze, omertà, intrallazzi, ipocrisia, persecuzione di innocenti... Curiosi i passaggi di atteggiamento tra marito e moglie: litigiosi e meschini fin che non si sentono alle strette; quando l'ombra dell'arresto incombe su di loro ritrovano in modo inaspettato unità e amore. Una scena indimenticabile: il protagonista sceso di casa imperlato di sudore, in piedi immobile in giardino con la valigetta con biancheria per alcuni giorni, mentre scruta impietrito i tizi misteriosi che stanno suonando al cancello (lo stanno venendo a prendere), nella penombra della notte.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta