Regia di Ang Lee vedi scheda film
Il “Cast Away” di Ang Lee è ambientato su una scialuppa sperduta in mezzo all’oceano. A bordo troviamo un giovane naufrago ed una tigre del bengala. Come questo sia possibile ce lo spiegherà il protagonista stesso attraverso quella che verrà definita una storia in grado di provare l’esistenza del divino. Target ambizioso, considerato soprattutto il fatto che di vite e situazioni straordinarie, al cinema, se ne sono già viste un bel po’. Quelle di “Vita di Pi” hanno un loro fascino che poco ha a che vedere con i contenuti – che poi son sempre quelli: lottare, amare e credere sempre, in ogni circostanza e ad ogni costo – ma che risiedono essenzialmente in un imponente aspetto visivo. Sin dai titoli di testa, infatti, il regista cinese accompagna lo spettatore in un turbinio di colori e scenari naturali quasi frastornanti che raggiungono il loro apice in quell’immensità acquatica che fa da scenario a tutta la parte centrale del film. Splendide riprese aeree, ottimo utilizzo degli effetti speciali, realmente angoscianti le sequenze di tempesta e magistrale la gestione di spazi ed elementi attorno alla bizzarra coppia protagonista. Di questo bisogna rendere merito al cineasta, le idee ci sono, stile e trasporto pure. Degno dell’Oscar? Magari no ma il lavoro di regia non lascia certo indifferenti. Con meno parole e meno velleità spirituali, sarebbe potuto essere un lavoro migliore.
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