Regia di Ang Lee vedi scheda film
La natura,il selvaggio e lo spiritualismo cercano di convivere nel blu cobalto dell'oceano.Tra riflessioni sull'esistenza,l'appartenenza a un Dio e il rapporto uomo-animale,Ang Lee parla allo spettatore centrando in parte il bersaglio.Visioni sontuose,di un antico patinato di moderno,il giovane Pi,ragazzo divenuto uomo in fretta,dopo un naufragio che gli stermina la famiglia.Egli è parte di un ambiente dialogante con la bestialita' selvaggia dell'animale,un proprietario di zoo che assimila conoscenze mistiche,cercando di trovare un posto nel mondo.Ma il posto nel mondo lo trova a meta',il film di Lee è un turbinio di misticismo e richiami naturali,evocanti in parte i film ad effetto degli anni 40,con l'attore indiano Sabu'.Una sorta di blockbuster "sensazionalista",che ci convince a meta',godibile a tratti,ed eccessivamente dilungato,sopratutto nella parte centrale.La pala "di mezzo" del film risulta difatti soporifera,invece d'incantarci cerca ad ogni costo la sublimazione del rapporto bestia-uomo.Lee gira con la macchina da presa e tanto digitale,una convivenza coatta,vorrebbe commuovere o far riflettere,ma tutto rimane su in superficie.Quello che vediamo in profondita' è solo una bellissima flora e fauna delle immagini,potenti e convincenti,incantevoli da guardare ma povere di contenuto.La Tigre del Bengala è un salvacondotto per Pi,una simbiosi dapprima di diffidenza e poi di "collaborazione" e sopravvivenza reciproca."Vita di Pi" è forse un opera misera nella scrittura o narrativa,si nuota basso,senza immergersi nel vero significato dell'esistenza uomo-animale.La regia è potente e formale,ma è la storia che non ci appartiene,fa a pugni con noi cercando di affermarsi,ma non coinvolge.Bella la scelta del giovane protagonista,un esordiente bravo,una "maschera" giusta,componibile alla grande,tra una scialuppa e la furia naturale.Poi c'è il "sozzo" Depardieu,un cameo di "rilievo" minimo il suo,che non aiuta a decollare completamente il film.Lee ha ottenuto per "Vita di Pi" 11 candidature all'Oscar,tecnicamente valido come film,nelle scenografie,fotografia e immagini,ma "spiritualmente" deludente,nel voler parlare dell'importanza del divino,mostrato negli occhi della belva feroce.Ang Lee ci offre un piatto gia' assaporato in precedenza,seducente negli intenti e nella visuale,ma insipido,quasi una minestra senza sale.Vedere "Vita di Pi" è nutrire grosse aspettative,come conoscere una persona piacente e rimanerne delusi.Come trovare uno scintillante pacco regalo,scartarlo e trovarci il nulla dentro,il centro "filmico" è noioso,nell'indugiare su aspetti umanistici e divini,cadendo nel piattume generale.Si rimane come la Tigre Richard Parker alla fine,si esce dal cinema e non ci si volta a "salutare",ovvero è un opera che non si riguarderebbe subito e volentieri.Provaci ancora Ang.......
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta