Regia di Ang Lee vedi scheda film
Vita di Pi, ovvero: Il vecchio e il mare, Ang Lee come E. Hemingway. La barca, la solitudine, il mare, l'intrecciarsi di tante storie, senza sapere quale sia vera e quale sia finzione. In realtà questo film a me non dovrebbe essee piaciuto più di tanto, in quanto si parla di zoo, di animali ammestrati, costretti a essere rinchiusi nelle gabbie, e io, da animalista e antispecista convinto, odio queste cose. Spero che il buon vecchio Ang abbia girato la maggior parte delle scene con animali al computer. In ogni caso, già il fatto che il protagonista sia vegetariano l'ho apprezzato. Invece mi è piaciuto. Forse ci ho visto più filosofia di quanta in realtà non ce ne sia, forse è solo una pellicola di effetti speciali, ma forse no. Non è una delle nostre grandi paure rimanere soli da un momento all'altro? Quanto è grande il mare della solitudine? Quanti pesci ci schivano e scappano da noi? Quante volte vorremo tirare fuori la tigre che è in noi? Un pò come nel Piccolo Principe, ci ammaestriamo a vicenda, ci addomestichiamo per potere sopravvivere a questa giungla urbana, per inseguire ed essere inseguiti. Mentre ci muoviamo nell'oceano come un nuovo Ulisse, intorno a noi le cose cambiano, crescono e muoiono, ma io e la tigre siamo sempre più vicini. Chi è la bestia e chi l'uomo? Chi convince chi a piegarsi alla sua volontà? L'odissea di Pi termina dopo cinque mesi da naufrago, ma questa è solo una parte della storia. Come ogni sentiero, finisce e se ne percorre un altro. Anzi, è come un fiume, è come l'acqua, uno dei protagonisti della Vita di Pi. In qualunque fiume tu possa nuotare, che sia una piscina, che sia uno stagno o una pozzanghera, andrai sempre dritto verso il mare. Con te, solo una barca. E la tua tigre, ovvio.
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