Regia di Ang Lee vedi scheda film
E' un peccato non aver potuto fruire della visione in 3D della pellicola di Ang Lee, in quanto, certamente la parte centrale, ricca di arditezze visive e di colori sgargianti, ne avrebbe giovato, ma questo è quello che passa il convento (multisala 'occupata' dai soliti idioti e da colpi di fulmine che non vanno a segno).
La storia di Pi(scine Molitor Patel) è un racconto di formazione in cui convivono misticismo e amore sconfinato per la natura e le sue creature, che il regista taiwanese porta sullo schermo con immagini che lasciano spesso a bocca aperta anche nel formato non stereoscopico, ma è introdotto da un prologo prolisso e verboso, nel quale intervistatore ed intervistato impiegano una vita per arrivare al nocciolo della storia, cioè il naufragio che vede, alla fine, come unici superstiti Pi e la tigre Richard Parker. Da qui in poi, la strana coppia dovrà fare di necessità virtù e instaurare una turbolenta convivenza sulla scialuppa di salvataggio e avrà, malgrado tutto, bisogno l'uno dell'altra: nonostante tutto però la linea di confine tra essere umano e animale non verrà mai varcata.
La cosa più incredibile rimane comunque la tigre: il lavoro della CGI ha fatto passi da gigante, anche solo rispetto al 'King Kong' di Jackson, che è del 2005, e qui siamo già ad un altro livello; difficile distinguere questa, interamente digitale, da una vera.
Apparizione cameo per Gerard Depardieu nel ruolo, non certo memorabile, di un cuoco della nave che naufragherà.
Voto: 7.
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