Regia di Bobby Farrelly, Peter Farrelly vedi scheda film
"I tre marmittoni" ("Stooges" nella versione originale) erano un trio comico famosissimo negli anni '20, protagonisti di gag comiche slapstick, a base di torte in faccia, botte e cadute. Risate facili ma spontanee, che permisero loro di ottenere grande e duraturo successo.
I fratelli Peter e Bobby Farrelly da anni cercavano di riportare al cinema le gesta dei comici che - loro per primi - tanto hanno amato, ma non è stato semplice: una decina d'anni di pre-produzione, con grandi problemi di casting (tra i nomi chiamati in causa: Benicio Del Toro, Jim Carrey, Sean Penn, ...), ma alla fine ce l'hanno fatta.
La sensazione guardando "I tre marmittoni" è proprio quella di un film d'altri tempi, ma anche di un film in un certo senso "fuori tempo massimo": le gag sono sempre quelle, con cadute, rumori onomatopeici (schiaffi a non finire!), cadute e giochi di parole che strappano qualche risata istintiva e nulla più, e sembrano adatte soprattutto a un pubblico molto giovane (che forse, però, non è più in grado di apprezzare questa comicità...).
A interpretare Larry, Curry e Moe, dopo tutti i nomi sentiti negli anni, sono alla fine Sean Hayes (il più noto, specie per la parte di Jack in "Will & Grace"), Will Sasso e Chris Diamantopoulos, che se la cavano discretamente con le loro parti.
"I tre marmittoni" rappresenta quindi in un certo senso il "lato oscuro" di "The Artist", un'operazione-nostalgia che si allontana dallo stile pulito e perfetto del "muto in bianco e nero" per riprendere un altro dei classici del cinema che fu, le comiche, ma in questo caso - contrariamente al film di Hazanavicius - il risultato sa di vecchio.
Sgangherato il cast delle suore (ci siamo dimenticati fin qui la trama: Moe, Curly e Larry sono tre orfanelli stupidi e inseparabili, che combinano un sacco di guai nell'orfanotrofio in cui continuano a vivere, ormai 35enni. La minaccia della chiusura per mancanza di fondi li spinge ad andare nel "mondo" in cerca di una soluzione): la madre superiora è Jane Lynch, artista di razza e lesbica dichiarata, la sua "spalla" è Larry David, comico di qualità - uomo - protagonista del film di Woody Allen "Basta che funzioni". E poi c'è la stellina pop Jennifer Hudson (che trova il tempo per una canzone) e la new entry tra le pin up, la super-maggiorata Kate Upton ("omaggiata" nel finale da un conturbante costume da bagno/da suora...).
Curiosità: nel finale due muscolosi attori, fingendosi i fratelli Farrelly, spiegano al giovane pubblico il segreto delle botte del film, invitandoli a non ripetere a casa quanto visto sullo schermo.
Discreto il responso del botteghino, con oltre 40 milioni di incasso negli USA a fronte di una spesa inferiore ai 20.
(http://newamericancomedy.blogspot.it/2012/07/i-tre-marmittoni-three-stooges-2012-di.html)
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