Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Come un tuono

di port cros

6 stelle

Derek Cianfrance realizza un film ambizioso e non perfetto, che dopo un ottimo incipit perde un po' in smalto e corenza nella seconda e terza parte. Tuttavia, l'ampio respiro e l'originalità di alcune scelte lasciano una traccia, così come il carisma infuso da Ryan Gosling al suo personaggio.

Con un bel piano sequenza che segue il tatuatissimo motociclista stuntman Luke (Ryan Gosling) dal suo camper alla sfera metallica dove sfreccerà con la sua moto in un uno spericolato spettacolo si apre The Place Beyond the Pines (termine indiano che definiva il luogo dove sarebbe sorta la città in cui è ambientato, Schenectady , nello Stato di New York). Lì Luke rincontra Romina (Eva Mendes), una ragazza con cui aveva avuto un flirt l'anno precedente e scopre che la donna ha avuto un figlio da lui. Nonostante Romina viva con un altro uomo, Luke allora decide di fermarsi a Schenectady e inizia a rapinare banche per mantenere il bambino: si tratta di una mossa sbagliata seguita da una serie di decisioni ancora peggiori, che lo porteranno suo malgrado ad incrociare il poliziotto Avery Cross (Bradley Cooper), protagonista della seconda parte del film, che si conclude con un terzo atto ambientato quindici anni dopo.

Derek Cianfrance realizza un film ambizioso e certamente non perfetto, che soprattutto nella seconda e terza parte perde un po' in smalto con qualche momento di stanca e più di una implausibilità nella sceneggiatura.

Tuttavia, c'è più di un elemento nella pellicola dimostrare la vitalità del talento del regista:

l'originalità dell'idea di dividere il film a metà tra i due protagonisti, che si incontrano e si passano il testimone in un'unica scena;

la complessità derivante dalla fusione tra generi all’apparenza incompatibili, come il nor esistenziale, il dramma generazionale, l'action e il racconto di formazione;

la riflessione di grande sensibilità sull'impatto formativo della figura paterna ed il rapporto padri-figli;

la bellezza della fotografia e delle musiche.

In un esercizio di versatilità, Cianfrance gira scene di inseguimenti e rapine, ma è ben più interessato alle relazioni personali e familiari, seppur declinate in una sfumatura noir, in cui bene e male si mescolano all'interno dei personaggi (Luke rapinatore maledetto ma che non pensa nemmeno per un attimo di non dedicare la sua vita al figlio, Avery apparente eroe ma che nasconde segreti di corruzione interna alla polizia).

Inoltre, pur avendo a disposizione due megastar del calibro di Ryan Gosling e Bradley Cooper, Cianfrance non si focalizza esclusivamente su di loro, ma sa ben costruire i personaggi secondari utilizzando al meglio il buon cast (tra cui il Mehershala Ali appena oscarizzato per Moonlight).

Tra i due protagonisti la vince Gosling, che sfonda lo schermo in una caratterizzazione eccellente che a tratti ricorda quella del driver del cult di Nicolas Winding Refn: con la T-shirt strappata, i capelli ossigenati, i e tatuaggi che lo ricoprono completamente, il suo Luke è un personaggio il cui carisma non si dimentica facilmente. Bradley Cooper, più incisivo in altri ruoli, qui non regge il confronto. Ancora meno (e nemmeno si può rimproverarglielo) reggono il confronto i due giovanissimi protagonisti del terzo atto: e quindi, dal punto di vista dell'incisività dei personaggi, il film ha il difetto di andare inesorabilmente in calando.

Nel complesso, quindi, un'opera imperfetta ma di ampio respiro, che lascia una traccia, molto più interessante e godibile dei tanti compitini impeccabili ma freddi che si vedono sul grande schermo.