Regia di Derek Cianfrance vedi scheda film
VOTO 7,5 SOSPESO Psicodramma generazionale ambientato nella provincia americana, quella rude, quella dura, quella vera. The Place Beyond the Pines è un sasso gettato nello stagno del tempo i cui cerchi si allargano investendo due generazioni, le colpe dei padri, coinvolgono inesorabilmente anche i figli. Ma non solo, perchè se le azioni si possono anche nascondere i rimorsi bruciano l'anima di questa umanità confusa e rinchiusa in se stessa. Così le interpretazioni contribuiscono non poco all'atmosfera dell'opera, con un Gosling robotico e in parte (ma a furia di giocare sempre le stesse carte sta rischiando la saturazione) una Mendes sensuale e materna e un ottimo Cooper vero e proprio mattatore della seconda parte. Cianfrance dunque punta molto sul climax e sul meccanismo avvolgente della storia, richiamando sempre, non solo nel plot, ma anche nella messinscena dei momenti chiave che ritornano e creano un filo rosso che attraversa 15 anni di vita (ad esempio le splendide riprese in moto/bici) circondando lo spettatore. A consolidare questo clima magicamente sospeso (la sensazione più bella che lascia questo film) contribuiscono sicuramente le musiche di uno dei 'fari' della musica alternativa americana, Mike Patton, artefice anche della selezione dei titoli originali con un pezzo dei Suicide, Che. Estratto dal loro album omonimo del 77, è la traccia conclusiva di uno dei viaggi più sconvolgenti del rock di tutti i tempi con le basi 'abissali' di Martin Rev e la voce sincopata di Alan Vega, commento sonoro ed emozionale della prima rapina di Luke, sospesa nel tempo e persa nell'adrenalina della disperazione. La suggestione è così al massimo, peccato solo per il 'povero' Ray Liotta, ormai destinato a fare il solito bad-cop quasi un contrappasso per aver fatto lo 'spione' in Goodfellas...
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