Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Sarebbe facile, e ingiusto, liquidare il terzo film americano di Muccino dicendo che se sostituisci Will Smith con Gerard Butler il risultato è prevedibile. È vero, lui si pettina poco e male e gigioneggia nella parte di un pessimo padre (e marito) redento, ma il problema è una pellicola commerciale che non intrattiene e ha come target la soccer mom che qui viene però trattata con misogina superficialità. E peraltro gli alti standard di regia del cineasta italiano qui scendono sotto il livello di guardia. Muccino sembra non credere neanche un attimo a quell’ex calciatore impenitente che diventa allenatore della squadra del figlio sempre imbronciato, risvegliando contestualmente i bollenti spiriti delle mamme dei piccoli campioni, casalinghe bellissime e disperate (Uma Thurman, Catherine Zeta-Jones, Judy Greer, l’ex moglie Jessica Biel). L’immaginario emotivo sembra un passo indietro persino a Baciami ancora, la tensione narrativa è inesistente. E così più che un film noioso, sembra annoiato, diretto da un regista che dopo due gioielli a stelle e strisce inserisce, inspiegabilmente, la retromarcia. Poteva essere una piacevole commedia sentimentale, sembra solo una di quelle love story di serie B che la Tv programma nei giorni festivi. Davvero troppo poco per chi sa accarezzare una macchina da presa come pochi altri. La speranza è che non sia l’indizio di un declino ma solo un incidente di percorso.
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