Regia di Nima Nourizadeh vedi scheda film
A rendere inaccettabile l’abominio di celluloide prodotto da Todd Phillips non sono i presupposti, triti e ritriti, da festa sballona, organizzata dal loser Thomas al grido «vogliamo un po’ di figa». Non è nemmeno lo stile ritardat(ari)o da finto found footage, con telecamera instabile fino al vomito che ci consegna un “filmino da sabato sera” indegno persino per una puntata di Lucignolo. E neanche la prevedibilità di un intreccio basato per intero sul party idiota, come se nessuno sapesse come si svolge un rave. A nauseare è piuttosto il senso di accondiscendenza di questa deviata operazione commerciale. Nourizadeh (alla prima, speriamo ultima, regia) empatizza con i suoi dementi, li rende accattivanti e finalmente cool, li fa sentire realizzati nel devastare ogni cosa e picchiare un vicino con una pistola stordente: quando Thomas tornerà a scuola, al posto della polizia troverà uno sciame di nuovi fan adoranti. La colpa della distruzione dell’intero quartiere, secondo il film, non sarà della massa di baby delinquenti che mangiano pastiglie di ecstasy come noccioline, bensì di quello stronzo del vicino che ha chiamato gli sbirri. Project X è un pericoloso progetto criminale, che nutre menti lobotomizzate e da queste menti è nutrito. Non è un caso che negli States siano già state organizzate feste emulatrici. E a Houston, Texas, ci sia già scappato il morto. E nemmeno che sia stato messo in cantiere il sequel. Fermateli, prima che sia tardi.
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