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Anna dei miracoli

Regia di Arthur Penn vedi scheda film

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La recensione su Anna dei miracoli

di Antisistema
9 stelle

Se Rocky (1977) dopo la visione ti spinge a dare il massimo in palestra e Un Mercoledì da Leoni (1978) ti spinge a prendere una tavola da surf e buttarti tra le onde, un piccolo capolavoro come Anna dei Miracoli di Arthur Penn (1962), dopo la visione ti lascia una forte scarica di adrenalina, tanto da spingerti ad aiutare tutti i disabili del mondo come la protagonista del film.

In questa pellicola ispirata ad una storia vera tratta dall'omonima opera teatrale diretta da Arthur Penn, avente come protagoniste Anne Bancroft nei panni dell'insegnante e Patty Duke, nel ruolo della ragazzina sordo-cieca, c'è un forte inno umanista abbastanza inconsueto per un regista pessimista e abile indagatore dei mali degli Stati Uniti.

 

Anne Bancroft, Patty Duke

Anna dei miracoli (1962): Anne Bancroft, Patty Duke

 

Questa pellicola è nata per puro miracolo, poiché Penn voleva nel ruolo di protagonista Anne Bancroft (vincitrice di un Tony Award), mentre lo studio voleva per forza una star a scelta tra Ingrid Bergman (troppo vecchia per il ruolo, visto che la protagonista ha poco più di 20 anni), Elizabeth Taylor (totalmente inadatta e praticamente ne sarebbe uscito fuori un Virginia Wolff ante litteram) o Audrey Hepburn (età giusta, ma ha un'aria troppo da brava ragazza non adatta al difficile rapporto con la co-protagonista). Alla fine ha la meglio Arthur Penn, ma a caro prezzo visto che il budget da oltre 2 milioni scende a soli 500.000 dollari e la rinuncia al colore a favore del bianco e nero. Vedendo il film, si capisce perché Penn abbia fatto i salti mortali per avere sia un'ispirata Patty Duke che soprattutto Anne Bancroft, visto senza quest'ultima, il film avrebbe perso metà del potenziale che invece dimostra; l'attrice nel ruolo di Sullivan, trova la sua miglior interpretazione della sua carriera (meglio di Ms. Robinson), grazie ai suoi tratti marcati nel viso, che esprimono una grande determinazione forgiata dalle sue aspre esperienze di vita passata, consistenti in un'infanzia difficile per via della sua malattia agli occhi che l'ha resa quasi del tutto cieca e la morte del suo fratellino, riesce ad imprimere al suo personaggio il giusto carisma nel farsi rispettare da un'ingestibile ragazzina grazie anche ad una recitazione molto "fisica" e al contempo affrontare a muso duro la famiglia di Helen, in cui specie padre Arthur Keller (Victor Jory), di idee fortemente grette e conservatrici, non ne può più della figlia, tanto da volerla rinchiudere in un manicomio.

 

Anne Bancroft, Patty Duke

Anna dei miracoli (1962): Anne Bancroft, Patty Duke

 

Il film non è tanto un apologo sulla disabilita' di Helen (Patty Duke), ma un elogio incondizionato della difficile strada da percorrere da parte di Anne Sullivan, per arrivare al "cuore" della ragazzina e romperle il guscio in cui da anni è rinchiusa. La difficoltà di Sullivan, sta nell'insegnare ad Helen la connessione tra segno e significato con metodi anche poco ortodossi, che causano l'indignazione della famiglia di lei, poiché per via del troppo amore, l'hanno cresciuta in modo viziato consentendole di fare di tutto e di più, trattandola come un animale affettuoso che gironzola per casa. Le brutte abitudini acquisite nel tempo, sono difficili da correggere per un essere umano sano, figuriamoci per una ragazzina con gravi forme di disabilita' come Helen, cosa che il film esplica benissimo nei quasi 10 minuti nel confronto in sala da pranzo tra le due protagoniste, dove Sullivan lotta tenacemente per insegnare le basi delle buone maniere ad un'ingestibile Helen, resa alla perfezione da Penn che passa dell'inquadratura fissa prolungata ad un montaggio più rapido e vorticoso, adoperando anche la macchina a mano nelle fasi più concitate.

 

Patty Duke, Anne Bancroft

Anna dei miracoli (1962): Patty Duke, Anne Bancroft

 

Il piano fisso prolungato è la scelta stilistica adeguata alla natura di un film pedagogico, dove l'apprendimento è fatto di continue ripetizioni dei gesti delle mani, di risultati abbastanza magri e di passi indietro il giorno dopo, che rischiano di minare anche i progressi meno marcati; per Sullivan l'atto di insegnare è equivalente a quello di imparare e macinare esperienza dato il caso difficile, che nei primi tempi le causerà anche dolore fisico dovuto ai numerosi ceffoni che riceve dalla bambina. Helen vorrebbe comunicare in qualche modo con il modo esterno, ma pur essendo in potenza una ragazzina intelligente, non ha possibilità di  espressione, essendo stata confinata per tutta la vita in uno stato di totale isolamento mentale.

La linearità della storia, è intervallata da sovraimpressioni di montaggio dei flashback dell'insegnante, girati credo in 16 mm con un forte effetto sgranato che simula il campo visivo di Sullivan. Anche in una pellicola pedagogica, Penn non rinuncia ad inserire le sue idee politiche, poiché sostiene che la mera obbedienza senza la comprensione è solo un'altra forma di cecità, non lesinando critiche ai componenti della famiglia.

Il film non realizzò incassi da capogiro, ma dato il basso costo, gli incassi di 2.5 milioni, bastavano e avanzavano per andare in attivo, mentre vari furono i premi tra cui il premio per miglior attrice ad Anne Bancroft al Festival di San Sebastian e due oscar sia per miglior attrice protagonista (Bancroft) che non protagonista (Patty Duke), lanciando così la carriera di tale attrice, mentre Penn continuerà a realizzare bei film, raggiungendo l'apice con il capolavoro assoluto di Gangster Story nel 1967.

 

Anne Bancroft

Anna dei miracoli (1962): Anne Bancroft

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

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