Regia di Chris Butler, Sam Fell vedi scheda film
A volte le aspettative troppo elevate fanno male, così dopo l’eccezionale “Coraline” dalla nuova produzione targata Laika ero pronto probabilmente a vedere un nuovo capolavoro e forse proprio per questo, nonostante alcuni evidenti meriti, non sono riuscito ad apprezzarla fino in fondo.
Quando nella sua piccola comunità avviene un invasione di zombie, Norman, ragazzino fin a quel momento deriso da tutti, grandi e piccini indistintamente, ha la possibilità di rivalsa.
Una terribile maledizione ancorata ad un nefasto passato si sta materializzando e solo lui, grazie all’aiuto dei pochi parenti ed amici che credono in lui, può fermarla.
Vedere la gente morta non è mai bello, lo sa, suo malgrado Norman e ce lo dice il cinema recente (“Il sesto senso”, 1999) e pure quello passato.
Questo aspetto contribuisce a fornire lo sguardo generale a questo prodotto d’animazione, una stop motion molto curata, grazie a forme sbilenche ricercate (e frutto di un lavoro certosino) che lo rendono particolarmente apprezzabile dal punto di vista dell’immagine.
Ma poi il nucleo rimane insito nel messaggio, variegato, ma che trova linfa vitale nella comprensione, sia che essa sia rivolta al passato (la triste storia della bimba strega) che al presente (adulti pronti a linciare gli zombie senza pensare a capire cosa stia realmente accadendo, si tratta solo di costume).
E’ poi presente nel linguaggio sempre una buona dose di umorismo, non troppo sospinto, ma l’umore generale ne tiene molto da conto, e lo stesso vale per le citazioni.
E’ un film sicuramente coraggioso, perché nelle forme e nei modi non è proprio destinato ai più piccoli, ma lascia la sensazione, non proprio piacevole, di essere anche molto costruito.
Costruito bene intendiamoci, in fondo un po’ tutto sembra funzionare, ma se è vero che la fantasia ed il messaggio non mancano, ritengo che sia tutto un po’ imbrigliato da un cerchio quasi perfetto (costruito a tavolino), laddove “Coraline”, invece scadiva tempi e modalità fuori da ogni formula.
Certo, il paragone forse è ingeneroso, tanto meno sottovalutare “Paranorman per questo, ma a volte succede ed è in questi casi che rimpiango di non essere un semplice spettatore occasionale.
Per questo nonostante non l’abbia amato, ma “solo” sostanzialmente apprezzato, mi sento di consigliarlo, ma non ai più piccoli.
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