Trama
Norman è un ragazzino incompreso e guardato con sospetto dagli adulti e dai coetanei della sua piccola città per la sua strana abitudine di parlare con i morti, gli zombie e i fantasmi che solo lui riesce a vedere. Deriso e umiliato in continuazione, trova la sua rivalsa quando in città si assiste a un'invasione di zombie e tutti quanti sono costretti a rivolgersi a lui per essere liberati da un'antica maledizione che rischia di provocare morte e distruzione.
Approfondimento
UNO ZOMBIE MOVIE PER BAMBINI (E CINEFILI)
ParaNorman è il secondo film animato in stop motion realizzato dalla Laika (società che aveva collaborato alla realizzazione di La sposa cadavere di Tim Burton) in 3D e segue a distanza di anni il successo del precedente Coraline e la porta magica. Ancora una volta, la storia raccontata è un misto di elementi comici e gotici con protagonista un bambino. L'undicenne Norman Babcock, che ha ereditato dalla nonna la capacità di vedere e di parlare con i morti, vive nel paese di Blithe Hollow, sede 300 anni prima di una famosa caccia alle streghe. Trascorre le sue giornate a guardare film horror e approfondire le sue conoscenze sui fantasmi, mentre intorno a lui si muovono un padre decisamente sopra le righe, una madre tutta pepe, una sorella maggiore molto superficiale, un bullo che non gli dà scampo, un amico fifone e un'insegnante sbruffona. A informarlo dell'antica maledizione che si sta per arrivare è lo zio Prenderghast e per fermare l'orda di zombie Norman ricorre all'aiuto di un'improbabile squadra d'assalto, formata con la sorella, il bullo, l'amico fifone e lo sceriffo fratello di quest'ultimo.
Ogni secondo di ParaNorman conta 24 fotogrammi a cui hanno scrupolosamente lavorato tecnici e artigiani intenzionati ad avvicinarsi il più possibile al "naturalismo" (come lo definiscono i registi Chris Butler e Sam Fell) dei film in live action, ricostruendo dettagliatamente set e personaggi nel rispetto di una tradizione cinematografica che ha avuto origine nel 1898 - frammenti di stop motion sono infatti presenti nel cortometraggio The Humpty Dumpty Circus degli inglesi Smith e Blackton.
Nato dal desiderio di fare un film di zombie per bambini, con atmosfere da giallo à la Scooby-Doo, il film ha richiesto ben dieci anni di lavoro sulla sceneggiatura. Mostrando i modi con cui Norman affronta le proprie paure e impara a convivere con le proprie capacità fuori dal comune, il risultato raggiunto è quello di un prodotto destinato al divertimento dei bambini e alla riflessione dei genitori. Da un punto di vista prettamente cinematografico, invece, è un omaggio al cinema degli anni Ottanta, in particolar modo ai film di John Carpenter e John Hughes (Fog e Breakfast Club su tutti), con diversi rimandi - soprattutto nelle scene ambientate nella foresta - ai wuxia (La tigre e il dragone e Hero, ad esempio).
INVENTARE UN MONDO
Nonostante l'uso del 3D e della stop motion, ParaNorman ha le sue origini nel più tradizionale cinema d'animazione 2D. Nelle prime fasi di sviluppo, infatti, sono stati invitati sul set Tomm Moore e Ross Stewart, registi di The Secret of Kells candidato agli Oscar nel 2010, per suggerimenti inerenti al disegno dei personaggi. Altra fonte di aiuto è stato il fumettista Guy Davis, che ha contribuito a dare anche alcuni suggerimenti sulla sceneggiatura. Tutti i paesaggi riflettono un luogo moderno - la storia si svolge nel XXI secolo - mentre gli zombie, oltre che rimandare ai cult del genere - riportano anche elementi visti di grandi classici come Frankenstein e Nosferatu, il vampiro. La produzione ha avuto inizio nell'agosto del 2010, con una équipe composta da 320 persone tra designer, animatori e tecnici suddivisi in 52 differenti unità di ripresa. Poiché ogni pupazzo in scena, fatto di plastilina, acciaio e silicone, necessitava di un continuo intervento di manutenzione, per avere 1-2 minuti di girato occorreva impiegare in media una settimana di riprese.
Come per qualsiasi film in live action, le riprese sono state suddivise per singole sequenze raggruppate per location e sfondi usati, facendo attenzione ai piccoli dettagli e girando ogni scena due volte per evitare errori. La città di Blithe Hollow ricorda particolarmente la città di Salem ma ogni cosa è asimettrica e dai contorni incerti per sottolineare la stranezza della storia e invitare ad andare oltre il primo superficiale sguardo. L'ispirazione arriva dalle fotografie di William Eggleton e da alcune visite nel New England e nel Massachussetts, finendo con il creare una città quasi "mostruosa", fatta di innesti diversi ma visti sempre a misura di bambino. Nel Massachussets si trova anche il modello per la scuola frequentata da Norman, un edificio altissimo davanti al quale il terrorizzato protagonista sembra ancor più piccolo ma che è invece tenuto in piedi da un sacchetto di sabbia come sostegno e realizzato con tanta schiuma colorata per riflettere la fluorescenza della luce che proviene dalle finestre. La foresta, luogo di uno scontro con gli zombie, è stata invece messa a punto con pezzi di tovaglioli di carta bianchi, sminuzzati e poi ridipinti.
ANIMARE LA PLASTILINA
Tutti i personaggi sono stati realizzati in silicone, schiuma di lattice e resina con un'ossatura in metallo per resistere tutto il tempo delle riprese. Dopo essere stati approvati, i disegni preparatori sono stati trasformati in strutture tridimensionali curate in ogni dettaglio ma senza espressioni facciali. Dopo accurate discussioni sull'uso di teste intercambiabili o sulla possibilità di ricorrere a teste meccaniche con il viso morbido, si è optato per l'uso di quest'ultime in modo da poter rimodellare in continuazione la parte inferiore del volto e le forme della bocca per garantire la giusta espressione per ogni scena. Bocca, occhi e palpebre sono stati fissati con dei magneti dal complesso funzionamento ingegneristico. All'animazione facciale ha fatto seguito la produzione effettiva delle varie parti del corpo, realizzate tutte in maniera separata attraverso singoli stampi e dotate di uno scheletro metallico utile all'animatore per i vari movimenti da fargli compiere. Poiché i pupazzi non sarebbero in grado di stare in piedi da soli, sotto ogni loro piede sono stati inseriti degli inserti filettati in modo da avvitarli alle superfici. Per il solo personaggio di Norman sono stati creati 28 differenti pupazzi alti meno di 4 centimetri, fatti di 122 singole parti di cui 80 in metallo, mentre non si conta il numero di mani cambiate (essendo molto piccole, le mani erano le parti più fragili del corpo di ogni pupazzo).
Su ogni pupazzo realizzato è intervenuto anche il lavoro dei costumisti: ogni maglietta, paio di jeans o scarpe è cucito appositamente per il film con tessuti trattati e poi dipinti a mano. Facendo attenzione anche all'evolversi della moda nei secoli, mentre i personaggi indossano abiti moderni, una scena ambientata nel passato vede gli zombie indossare anche dettagliati costumi del Settecento. Per i capelli, invece, si son dovute sperimentare varie soluzioni ricorrendo a capelli umani (difficili però da appiccicare alle teste), peli di animali e fibre sintetiche. I capelli di Norman, ad esempio, sono realizzati con una base di peli di capra, trattati con gel per capelli e tessuto adesivo e colorati con tinture per capelli umani.
Note
Terza produzione stereoscopica in stop motion (dopo Coraline e la porta magica 3D e Pirati! Briganti da strapazzo 3D), ParaNorman è un felice inno alla diversità, in cui gli emarginati si rivelano gli unici in grado di salvare mandrie di conformisti armati di forcone. Zeppo di citazioni, allegramente horror e quasi “gore” (se così si può definire un film in cui anche il sangue è fatto di plastilina), spaventerà a morte i più piccoli ma farà la felicità di bambini dai 10 ai 99 anni.
Trailer
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Commenti (3) vedi tutti
La storia si inceppa e crolla rovinosamente. Manca un filo logico sostenuto e la trama rimane attaccata a qualche vaga idea. La noia ci pervade!!
leggi la recensione completa di BradyLa grafica e la storia ricordano Coraline , ma a differenza, questo è sicuramente più divertente, adatto a tutte le età.
commento di Lady1Se gli attori in carne ed ossa reggono male gli stereotipi quelli sintetici diventano irresistibili proprio quando rappresentano al meglio delle tipologie riconoscibili.
commento di michel