Regia di Adam Shankman vedi scheda film
Nessun 20enne arriva a Los Angeles cercando un posto fisso da barista. Lo dice con rassegnazione un bolso Alec Baldwin capellone e lo confermano con altalenante entusiasmo i giovani protagonisti Julianne Hough e Diego Boneta. È il 1987. Lei approda al Sunset Strip in autobus da Tulsa, Oklahoma. Lui serve ai tavoli del Bourbon Room, il tempio del rock. Entrambi inseguono il Sogno: esplodere come supernove della Musica. S’incontrano, si piacciono, affrontano peripezie sentimentali & professionali affidate alle parole di canzoni più pop che rock. Ma non è questo il problema. La trasposizione del musical da Broadway al grande schermo meritava un approccio più energico, una freschezza nello sguardo che Shankman, già al timone del frizzante Hairspray. Grasso è bello, esaurisce nella ripresa formale del Canone Eighties. Dissolvenze incrociate e chiome cotonate non resuscitano lo spirito, e se la canzone resta – giustamente – la stessa, sarebbe potuta suonare meno programmatica e più viva. Salva il film dal declino soporifero un Tom Cruise in stato di autoironica grazia. Nei panni succinti della (ex?) star Stacee Jaxx, tiene per mano un babbuino/cameriere e irride il suo Frank T.J. Mackey di Magnolia, duettando con la giornalista Malin Akerman in un’esilarante “intervista sexy”. Insieme a Catherine Zeta-Jones moralizzatrice dal torbido passato e a Paul Giamatti manager di pavido cinismo, ci mostra il potenziale irresistibile di un’occasione sprecata.
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