Regia di Julie Delpy vedi scheda film
Julie Delpy, ideale incarnazione della fragilita' tenace, della finezza abbinata alla determinazione e alla volonta' di ferro che così bene rappresentano l'ideale di donna francese fiera e determinata e' da alcuni anni anche regista, oltre che attrice. La sua carriera singolare e' costellata di film d'autore eccellenti (Il Quarto Comandamento di Tavernier, Film Bianco di Kieslowski, Europa Europa della Holland, Rosso Sangue, stupefacente esordio di Carax), di chicche cult come Killing Zoe o Un lupo mannaro americano a Parigi; e da una serie di film intimisti e carini firmati dal quel genietto furbo di Linklater (Prima dell'alba e Prima del Tramonto) che le hanno fornito il giusto spunto per 2 giorni a Parigi (che non ho ancora visto ma visionero' a giorni) e questo nuovo seguito, uscito in questi giorni in Francia. In questo secondo atto troviamo la fotografa Marion a New York con un nuovo compagno (il simpatico Chris Rock), intrattenitore radiofonico di un certo successo e i figli piccoli delle rispettive precedenti unioni. Lei sta organizzando una nuova mostra di foto (di dubbio gusto e valore) con tematica il risveglio. A sconvolgere il normale via vai quotidiano sara' lo sbarco in citta' del padre e della sorella di Marion, in visita dopo la morte della madre.
Affetto, scaramucce, confronto di culture in un film piccolissimo e lieve che comunque preserva una sua dignità e un suo piccolo orgoglio. Alla fine la mostra fotografica sara' un macello e a Marion non restera' che vendere l'anima a Vincent Gallo (!?!), per pentirsi e cercare di recuperarla.
Perche' la dignita' in fondo e' giusto che sopravviva.
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