Regia di Vincente Minnelli, Fred Zinnemann vedi scheda film
Un soldato sempliciotto arriva a New York per una licenza di due giorni, prima di partire per il fronte; è in cerca di compagnia (femminile, ovvio) e la trova quasi subito, in un incontro casuale. Dopo aver trascorso un po’ di tempo insieme e aver conosciuto varia umanità (fra cui un lattaio che dà loro un passaggio sul suo furgoncino), i due rischiano di perdersi a una stazione della metropolitana; quando si ritrovano, capiscono di volersi bene e decidono di sposarsi subito. Devono superare numerosi intoppi burocratici, ma alla fine realizzano il loro desiderio. Commedia fresca e simpatica ma non stupida, anzi con qualche delicato tocco di psicologia (es. dopo il matrimonio lei si mette a piangere, delusa dallo squallore di quello che doveva essere un evento: allora entrano in una chiesa vuota e recitano di nuovo davanti all’altare la formula del rito); riflette l’atmosfera di un momento ben circoscritto, in cui la guerra era ancora da vincere ma già se ne vedeva la fine prossima e non si aspettava altro che di ricominciare a vivere (leggo su IMDb che la prima fu il 22 marzo, l’uscita nelle sale il 25 maggio: nel mezzo, la fine delle ostilità in Europa): per questo il finale, nonostante veda la separazione della coppia, appare ottimista. New York, con le sue ambientazioni urbane dall’aspetto quasi fiabesco, può essere considerata la protagonista occulta della vicenda: il titolo italiano integra opportunamente l’originale The clock. Minnelli realizza il primo film non musicale, dirige per la seconda volta Judy Garland (che sposerà pochi mesi dopo) e rivela il proprio talento per la commedia.
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