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Smashed

Regia di James Ponsoldt vedi scheda film

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La recensione su Smashed

di maurizio73
7 stelle

Dramma sentimentale dal tocco femminile (soggetto e sceneggiatura di due Susan) che gioca ancora una volta sul minimalismo di una crisi esistenziale ad alta gradazione alcolica e sulla garbata esuberanza di una dolcissima Mary Elizabeth Winstead.

Quando Kate, insegnante elementare dall'infanzia travagliata, si rende conto che la vita che conduce con il marito Paul la sta portando verso una lenta deriva di assuefazione etilica, decide di aggregarsi ad un gruppo di alcolisti anonimi. Questo segnerà la fine del loro rapporto e l'inizio di una nuova pagina della propria vita.

 

locandina

Smashed (2012): locandina

 

Già promettente autore di una commedia indipendente sul disagio intergenerazionale col precedente Off the Black (2006), il giovane James Ponsoldt continua la strada intrapresa con questo dramma sentimentale dal tocco femminile (soggetto e sceneggiatura di due Susan) che gioca ancora una volta sul minimalismo di una crisi esistenziale ad alta gradazione alcolica e sulla garbata esuberanza di una dolcissima Mary Elizabeth Winstead. Dalle parti di una stralunata middle-class americana perennemente indecisa tra la spensieratezza dell'adolescenza ed il rifiuto delle responsabilità dell'età adulta, il film di Ponsoldt sembra riflettere una condizione che conosce bene e che condivide con autori della sua stessa estrazione sociale quali il Noah Baumbach di Greenberg e Frances Ha (solo successivi) quali identiche rappresentazioni di quel limbo di aspirazioni disattese in cui sembrano caduti i giovani degli anni duemila, tra lavori precari e l'eterna attesa di una stabilità emotiva che sembra non arrivare mai. Costruito come una storia di caduta e rinascita di una goffa e sensuale maestrina elementare incastrata tra lo spauracchio di un'infanzia travagliata che non vuole più ricordare ed un matrimonio senza vie di sbocco che non riesce ad abbandonare, questa storia di coraggio ed emancipazione ci accompagna con intelligenza e sensibilità attraverso il dolore che porta inevitabilmente con sè qualsiasi tentativo di cambiamento, nella graduale presa di coscienza che la scelta di un radicale cambio di prospettiva comporta una irreparabile frattura di legami tanto forti quanto destinati a girare a vuoto. Racconto dai toni sospesi tra dramma sociale e commedia sentimentale, utilizza con misura il tempo a sua disposizione quasi aggrappandosi alla sensuale fragilità di una sorprendente Mary Elizabeth Winstead, bambina mai troppo cresciuta che mente ai propri bambini e dai quali a più riprese prende lezioni di buon senso e responsabilità; prototipo di una antieroina lanciata verso un futuro ignoto dalla irresistibile spinta di chi sa che dopo aver toccato il fondo può solo risalire a galla e tornare finalmente a respirare (vedi alla voce Greta Gerwig). Senza la retorica di chi vuole per forza dare le colpe ai cattivi maestri di una educazione fallimentare (la madre) o della mascherata ipocrisia di chi non sa educare (la preside), Ponsoldt si ferma alla scontata parabola della vicenda personale ed alla verità del suo personaggio per raccontarci qualcosa che sapevamo già ma che fa sempre piacere sentirsi dire ogni santa volta.
Bellissima la colonna sonora tra cui spiccano la dolce nenia di Planet of Women dei Sonny and the Sunsets e la mesta ballata country Our Anniversary di Bill Callahan che chiude il film sui titoli di coda nei caratteri infantili di una nuova stagione di rieducazione umana e sentimentale. Presentato al Sundance Film Festival 2012, avrebbe sicuramente meritato più attenzione sia dalla parte della critica che del pubblico.

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