Regia di Colin Trevorrow vedi scheda film
Il ritmo è lento, la storia sconclusionata ed i personaggi fumettistici, ma il pastiche artigianale di questa commedia improbabile conserva il fascino di quelle verità improvvisate che si dicono strimpellando un dulcimer davanti ad un falò scoppiettante, insieme ad una ragazza adorante nel cuore della notte della solita America senza cuore.
Un redattore, due stagisti ed una trasferta pagata in un anonimo paesino sulla costa pacifica; lo scopo è quello di indagare su di un bislacco annuncio che parla di un viaggio nel tempo, l'occasione invece è buona per una rimpatriata con la vecchia fiamma del liceo, per perdere la verginità o per uscire dal proprio guscio di frigida ventenne in cerca del primo amore. Tornare indietro, a volte, si può...
La commedia indipendente americana, si sa, ama battere i sentieri lastricati del grottesco e del ridicolo, di storie popolate da personaggi marginali, di fallimenti conclamati e di improbabili riscatti; un patchwork di situazioni e di registri narrativi che fa del non prendersi troppo sul serio la propria carta vincente, da contraddire magari sul più bello con il refrain melodico che non ti aspetti o col finale ad effetto che ribalta le prospettive di una realtà troppo spesso cristallizata nei consueti stereotipi del coming of age. Da Little Miss Sunshine a Sunshine Cleaning, da The Kings of Summer al mumblecore dei Duplass Bros di questo on the road generazionale con venature sci-fi, la Big Beach frequenta le assolate locations di una insolita e triste east coast fatta di freak disattati e fallimenti professionali, impacci sentimentali e paranoie cospirazioniste, fragilità emotive e talenti insospettabili; l'improbabile frontiera ovest entro cui si consuma il dramma umano di un incolmabile scarto tra una realtà di solitudine ed emarginazione e le irriducibili speranze di una fuga nel tempo: un ritorno ai baldanzosi anni del liceo o la patetica narrazione di un vissuto tanto tragico quanto fantasticato, il recupero in extremis di un idillio adolescenziale ormai sfiorito o la rocambolesca costruzione di un presente che riavvolga come d'incanto il nastro del passato. E' la generazione dei 20 -30 enni che si sente ormai tagliata fuori da qualunque prospettiva di realizzazione sociale e sentimentale e che si lascia trascinare nel turbine metacinematografico una storia che prende spunto dal pretesto di un goliardico annuncio sul giornale (realmente comparso su di un periodico e poi rimbalzato come un iconico meme sulle sponde immateriali della rete) per tradursi in una stralunata sceneggiatura che frulla insieme commedia sentimentale e spy-story di federali in impermeabile, cinico reportage sull'emarginazione e baluginanti speranze di rudimentali macchine del tempo che scompaiono nel nulla. Il ritmo è lento, la storia sconclusionata ed i personaggi fumettistici, ma il pastiche artigianale di questa commedia improbabile conserva il fascino di quelle verità improvvisate che si dicono strimpellando un dulcimer davanti ad un falò scoppiettante, insieme ad una ragazza adorante nel cuore della notte della solita America senza cuore.
Duplass e Plaza è la strana coppia che finisce per funzionare per un piccolo fenomeno di culto ampiamente premiato nei festival del cinema Indie in giro per il mondo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta