Regia di Todd Louiso vedi scheda film
Una donna tutta sola. Certo, sulle tracce di Jill Clayburgh dell’omonimo film di Paul Mazursky o dell’Ellen Burstyn di Alice non abita più qui. Ma più che un certo cinema il film di Todd Louiso mette efficacemente a fuoco un disagio, un isolamento simile a quello di Holly Hunter nell’intenso Kiss di Richard LaGravenese. Lei è Amy, una donna di circa 35 anni che torna a vivere a casa dei genitori dopo aver divorziato. Apatica e demoralizzata, scopre improvvisamente quell’indipendenza che le era mancata da tempo quando inizia una relazione con un ragazzo di 19 anni. Todd Louiso, l’attore di Altà fedeltà, al suo terzo lungometraggio dietro la macchina da presa dopo Love Liza e il deludente Un microfono per due, qui trova le tonalità giuste riuscendo a creare una forte intimità con la protagonista, l’ottima Melanie Lynskey, che si era fatta conoscere al fianco di Kate Winslet in Creature del cielo. La macchina da presa le sta spesso addosso come a proteggerla quasi dagli altri personaggi, tra cui la madre interpretata da Blythe Danner o per lasciarla sola davanti alla Tv con i fratelli Marx in Animal Crackers. Il look è un po’ quello da Sundance, ma nelle sue forme più riuscite, con abbaglianti illusioni come il bagno in piscina e tutta la parte finale dove la mancata mutazione porta il film sulle zone di quell’amarezza alla Young Adult di Jason Reitman. Una piccola rivelazione che andava meglio diffusa in sala.
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