Regia di Benh Zeitlin vedi scheda film
Re della terra selvaggia – La Recessione.
Di solito, quando un film è vincitore o tra i finalisti del Sundance Film Festival, si rivela alla visione un mattone introspettivo che addormenta e annoia già a metà visione. Ma questa volta, a solo dopo pochi minuti dall'inizio del film, si rimane rapiti dalla storia di questa bambina e del suo pazzo padre, fieri abitanti della palude desolata. Ci troviamo catapultati in questo acquitrino popolato da emarginati ubriaconi; molti potrebbero storcere il naso esterrefatti o schifati dallo stile di vita sciatto e trasandato di queste persone, ma, scena dopo scena, traspare un insolito senso di fratellanza che accomuna gli abitanti di quella che la ragazzina chiama "Vasca", e piano piano, sotto i nostri occhi, si trasformano in una grande famiglia allargata di fieri fricchettoni abitanti di palude. Attraverso gli occhi della piccola Hushpuppy vediamo la piccola comunità, il rapporto che ha lei con gli animali che allevano, una sorta di amicizia condizionata dalle necessità della sopravvivenza, la pseudo scuola ritrovo per gli sporchi e felici bambini del bayu, lo strano affetto e lo sgangherato modo di esprimerlo che ha il padre verso di lei e cerchiamo di intuire la vera storia di che fine abbia fatto la madre di questa bambina di sei anni. Nemmeno il passaggio di un uragano riesce a piegare i veri abitanti dell'acquitrino ed addirittura, quando i soccorsi li portano in un civile centro accoglienza, ci sentiamo indignati del fatto che qualcuno si permetta di cambiare lo stile di vita precario ma felice di questi simpatici ubriaconi. Con uno stile narrativo da fangosa favola di periferia, senza far veri e propri riferimenti a luoghi ed eventi, possiamo intravedere la tragedia dell'alluvione in Louisiana ed una concertazione di tutti i problemi ed elementi culturali presenti nel sud. Forse sarà perché sono cresciuto in una comunità di simpatici riciclo/accumulatori dediti alla birretta di troppo, che mi ha insegnato valori trasversali che hanno condizionato in positivo le mie scelte di vita, ma questa pellicola mi ha affascinato e rapito, ed anche se alcune parti della narrazione forse non sono chiare, magari per scelta narrativa del regista, forse per dare più l'idea del punto di vista della ragazzina, sono rimato colpito commosso divertito da questo piccolo capolavoro che narra di affetto, crescita, sopravvivenza e morte tra gli abitanti della palude.
per insulti anche non costruttivi.
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