Regia di Tetsuya Nakashima vedi scheda film
A Tokyo, dove conduce una vita disordinata inseguendo la sua incostante vocazione artistica, il
giovane Shou Kawajiri viene incaricato dal padre di occuparsi della cremazione della zia Mazuko ,a
lui sconosciuta, che aveva abbandonato la famiglia da molti anni e viveva come una barbona in una
baracca vicino al fiume. La sua indagine, in parallelo a quella degli agenti che cercano l'assassino
della anziana signora, lo porterà a scoprire le vicissitudini di una vita travagliata e fuori dal
comune, ricomponendo idealmente il legame di sangue che lo legava a lei.
Secondo lungometraggio di rilievo, dopo l'exploit di 'Kamikaze Girls' del 2004 ed una lunga gavetta
tra spot e televisione, questa rumorosa e variopinta performance cinematografica del regista
giapponese riprende da un lato le usuali ed eccentriche contaminazioni dell'opera precedente (sempre in bilico tra melodramma e musical, commedia e animazione, sentimentalismo classico ed originalità creativa) e dall'altro la struttura ellittica del racconto dell'opera successiva, legato com'è alla (ri)costruzione di un packwork di memorie che restituiscano il senso di un'esistenza meravigliosa e disgraziata, ma che serbino anche il significato di una profonda lezione di vita e di una insostituibile eredità di sentimenti ('una vita non si valuta da quello che uno riceve, ma da quello che dà'). Al di là del rutilante e chiassoso carosello creativo che Nakashima imbastisce lungo le sue originalissime coordinate autoriali, la sua è un'operazione narrativa abbastanza classica (nel senso di una messa a dimora di sentimenti familistici e di un garbato moralismo alla Frank Capra) e dove al consueto espediente della voce narrante si sostituisce una sorta di diario postumo quale prezioso esempio di vita lasciato in eredità allo scapestrato e sconosciuto nipote ormai adulto, anch'egli alle prese con gli alti e bassi di un'esistenza divisa tra le ambizioni di un irraggiungibile ed abbacinante cielo stellato e la triste realtà di una vità di soprusi e ingiustizie dove, con beffardo cinismo (vedasi il successivo 'Memories'), perfino una innocua masnada di bambini festanti sul prato può trasformarsi nel più feroce e letale dei branchi assassini.
Film animato da da una incontenibile esuberanza in chiave pop (bellissime e divertenti le animazioni e gli inserti musicali) e attraversato dai frequenti split screen di un montaggio da videoclip d'autore (imperdibili i titoli di coda), mostra una inusitata sensibilità narrativa e psicologica nel mostrare (e dimostrare) la tesi di fondo iscritta nelle vicissitudini di una vita da reietta (insegnante, diseredata, cantante, puttana, assassina, galeotta, parrucchiera, barbona) pronta a riprendere sempre da dove sembrava essere finita per sempre e sempre pronta a donarsi al più irriducibile degli amori violenti (scrittori falliti, papponi, barbieri, pornostar, yakuza) quale naturale surrogato alla tragica negazione dell'amore paterno.
Film sorprendente e divertente che fa incetta di premi in Giappone ma sembra approdare con difficoltà ad occidente (solo terzo al Far East Film Festival 2007) e che dimostra l'indiscutibile talento di un altro piccolo maestro del Sol Levante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta