Regia di Ernst Lubitsch, George Cukor vedi scheda film
Colette è felicemente sposata con Andrè, ma quando presenta il marito all’amica Mitzi, questa fa di tutto per sedurlo. Anche il marito di Mitzi comunque insidia Colette: dopo una movimentata serata nel corso della quale le coppie rischiano seriamente di scoppiare, la situazione si aggiusta.
La domanda non è oziosa: ma Un’ora d’amore (1932) è un (auto)remake di Matrimonio in quattro (1924)? Perché non solo il regista è il medesimo, cioè Ernst Lubitsch, ma lo è il testo di partenza, una commedia scritta da Lothar Schmidt; i differenti approcci e sviluppi adottati dai differenti sceneggiatori (qui si tratta di Samson Raphaelson) portano però a due pellicole piuttosto distanti nel complesso delle trame, per quanto rimangano gli stessi i punti focali del racconto e il proverbiale ritmo che Lubitsch sapeva conferire alle sue opere. Un’ora di amore è però innanzitutto un film sonoro, uno dei primi peraltro; ciò comporta fra le altre cose l’inserimento di alcuni momenti musicali all’interno della storia, come usava in quel periodo, che possono sembrare sterili divagazioni ma che effettivamente non sfigurano nel contesto e fungono in modo efficace da spartiacque della narrazione. Percui la risposta alla domanda iniziale potrebbe essere più no che sì. Interpreti: Maurice Chevalier, Jeanette McDonald, Genevieve Tobin, Charlie Ruggles e Roland Young; la curiosità principale attorno a questo lavoro risiede nel fatto che alcune scene siano state dirette da George Cukor (accreditato anche sui titoli di testa), sebbene Lubitsch lo ritenesse invece totalmente suo. 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta