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Snack bar blues

Regia di Dennis Hopper vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Snack bar blues

di John_Nada1975
7 stelle

Capolavoro vero, non nel senso ormai reso macchiettistico del termine, che qualcuno di questi tempi ridicoli utilizza pure per le minchiate di Greta Gerwig, Damian ChazelleSorrentino o Garrone, Rovere e Manetti vari. Capolavoro vero, perché questo è Dennis Hopper, regista e autore eccelso del cinema americano.

Non so se come qualche critico americano che ve lo ha inserito, sia proprio tra i 10 o 15 migliori film americani degli anni '80, certamente fra i primo 50 sì. 

Hopper rileva una regia e un progetto che non era il suo ma di Leonard Yakir(che ha diretto un solo film in precedenza e per tutta la vita, eppure interessante), il quale ha sempre il credito per la sceneggiatura, chiamato a salvare da quel poco che era stato girato un film definito "inutilizzabile", e dopo dieci anni che non aveva diretto più nulla a causa del disastro commerciale e critico dell'ambiziosissimo, diseguale ma affascinate, "The Last Movie"(1971) che ne decretò per lungo tempo la fine a Hollywood come regista.

Ne esce fuori uno dei pochi film veramente spontanei e naturalistici all'ennesima e brutale sincerità, di quello scorcio del cinema americano, alla fine della grande stagione dei "film di strada", di cui è direttamente "figlio" appartenuti al decennio precedente e ovviamente, come lo.stesso "Easy Rider".

Eccellente anche l'utilizzo degli interpreti, dal viscido ed equivoco amico di famiglia Don Gordon, interessato sessualmente sia alla protagonista quindicenne C.B. (una naturalistica e perfetta Linda Manz), che alla madre una squinternata ed eroinomane a piu non posso Sharon Farrell, alla presenza breve ma che rivendica le origini in un altro cinema del passato di Raymond Burr come psicologo, oltre ovviamente a Hopper che è Hopper, In quel periodo post- "Apocalypse Now" in particolare, interpretava questo tipo di uomini sbandati e con qualcosa di rotto, bacato dentro, in una maniera che aveva pochi eguali con altri interpreti.

Basterebbero le sequenze girate alla discarica con l'escavatore e i gabbiani, la distruzione del casotto una volta licenziato a causa di un passato che per la tragedia che ha causato, non sfiorirà mai, per comprendere di fronte a quale potente pellicola e apologo sulla solitudine, l'alcolismo e la disgregazione dell'individuo, ci troviamo. Raramente si possono osservare perfette commistioni tra musica(Neil Young) e immagini come qui, Hopper andrebbe maggiormente studiato per i pochi film che ha fatto da regista(negli anni precedenti si era dedicato ad un mercenarismo itinerante per le più disparate nazioni cinematografiche del mondo in qualità di attore buono per ogni film e genere con esperienze interessantissime; da "Braccato a vita"[Mad Dog Morgan][1976] di Philippe Mora e l'ozploitation, al Nuovo cinema tedesco e al thriller esistenzialistico da Patricia Highsmith de "L'Amico americano"[1977], Wim Wenders), con un occhio sempre sorprendente per l'immagine "forte" e dalla ricercata e stilisticamente importante, valenza drammatica. Forse attitudine e talenti derivati oltre che dalla sua esperienza cinematografica come attore fin dentro gli studios più importanti come la Warner Bros. e dagli anni '50, al suo mecenatismo e collezionismo nell'ambito delle arti figurative.

 

John Nada

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