Regia di Carl Tibbetts vedi scheda film
Thriller, non molto originale.
La relazione tra la giornalista Kate alias Thandie Newton e l’architetto Martin, alias Cillian Murphy, sta attraversando un periodo difficile e di profonda crisi, dopo che Kate, ha subito un aborto spontaneo. La coppia per recuperare la serenità perduta e ricucire il proprio matrimonio, decide di recarsi su un’isola sperduta e disabitata, riducendo al minimo essenziale i rapporti con il mondo esterno. La cosa sembra funzionare e il rapporto tra loro pare addolcirsi. Tuttavia la quiete ritrovata s’incrina, quando un giorno, rinvengono sulla spiaggia un militare ferito e malconcio. Lo soccorrono e lo portano in casa, ma l’uomo jack, ha un atteggiamento strambo, sbarra ermeticamente porte e finestre e racconta concitatamente, che un potente virus mortale, sta sterminando milioni di persone nel resto del pianeta, l’unica salvezza è impedire a chiunque l’accesso in casa, cosi da evitare il contagio. Kate e Martin sono spaventati, la radio non funziona e non riescono a comunicare con nessuno, in più il comportamento del militare col passare del tempo, diventa sempre più aggressivo e paranoico, in pratica li sequestra in casa loro, Kate e Martin arrivano anche a sospettare che la pandemia non esista e che Jack sia un fuggitivo o addirittura un pazzo. Finale, non del tutto a sorpresa.
Chi pratica abitualmente il genere thriller, non può non provare un senso di “deja vu”, di fronte a questo claustrofobico e ossessivo “menage a trois” della paura. Sono dinamiche e incroci psicologici, praticati e visitati spesso dal cinema, anche se declinati in salse diverse, ma con la stessa ricetta di base. Isolamento, solitudine, rapporti personali difficili, arrivo del terzo incomodo e inevitabile rimescolamento delle carte, per non parlare del virus mortale, che nella filmografia di fantascienza e horror ha innumerevoli e illustri precedenti. Insomma niente di nuovo.
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