Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film
Tanti libri sono stati traslati al cinema, ma assai di rado chi ha scritto pagine indelebili si presta anche a dirigere la sua storia e non è affatto detto che questo sia un male, perché il dono della regia non è per tutti, così come quello della scrittura, e averne due è una specie di mezzo miracolo.
Ebbene, Stephen Chbosky rientra nella ristretta categoria dei miracolati visto che dirige partendo dal suo romanzo cult negli States Ragazzo da parete e che riesce nell’impresa di rimanere autentico.
Charlie (Logan Lerman) è un adolescente insicuro, ma non privo di qualità, abituato a fare da tappezzeria al mondo, ma poi conosce Sam (Emma Watson) e Patrick (Ezra Miller).
S’innamora della ragazza e il suo amico lo aiuterà ad aprirsi, è il momento delle prime grandi esperienze, tra l’amore, le feste e i sogni.
Lasciatevi alle spalle i soliti teen movie voi che entrate, anzi voi che guardate, nostalgia, chiaro che l’età conta, e poetica retrò faranno il loro dovere.
Si respirano una sincerità disarmante e spirito libero, c’è un tempo per tutto anche se poi passa e cambia, allegria e malinconia vanno a braccetto, le epoche sono segnate, in pochi anni tutto cambia, ma ci si può ritrovare (rivedere) in mille aspetti.
Si riesce nell’impresa di richiamare pienamente il mondo interpellato, lo sfondo delle feste, la prima cotta, le mitiche compilations su cassettina da ascoltare a tutto volume condividendole (oggi si va di cuffie solitarie), quando la musica si scopriva e non si poteva avere tutto (ah, il gusto di arrivare in ritardo ma di amare, niente indigestione bulimica di oggi)
Sono inoltre molteplici i riferimenti che spaziano dalla musica, ottime scelte, al cinema ed è ottimo il tratteggio di Charlie; Stephen Chbosky lo conosce bene, ma non si dimentica nemmeno di Sam e Patrick con sfumature che scandiscono un’armonia d’insieme rara e tormentata.
E poi parte Heroes di David Bowie e non ce ne è più per nessuno, quell’attimo che si gode e poi vola via.
Complicato pensare a un cast di giovanissimi migliore di questo con Emma Watson imprendibile, Logan Lerman e l’incatalogabile Ezra Miller, un trio che si fa tridente, l’empatia arriva nel tempo di un amen grazie a loro che con i personaggi a disposizione tutto possono nelle direzioni che si possono pensare e intuire.
Panorami che conosciamo, ma visitati con una sensibilità che non abita nella normalità, per un film che sa pescare alla grande e raccontare un periodo della vita in un modo che nessuno attualmente riesce a captare e che anche paragonato a illustri predecessori trova comunque una sua pregevole dimensione.
Da vedere, soprattutto se la colonna sonora vi ispira perché l’abbinamento con il film non è per nulla casuale.
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